| Hayek e la presunzione del sapere |
Cinquant'anni fa, il 10 dicembre del 1974, Friedrich A. von Hayek riceveva il Premio Nobel per l'economia "per il suo lavoro pionieristico nella teoria della moneta e delle fluttuazioni economiche e per la sua penetrante analisi dell'interdipendenza dei fenomeni economici, sociali e istituzionali".
Hayek fu un pensatore particolarmente prolifico. Nato da una famiglia di accademici dagli orientamenti più disparati, scrisse di economia, filosofia, politica, psicologia e storia delle idee. Il Premio Nobel ricevuto nel '74 rifletteva tale vastità di interessi: dai cicli economici, ai problemi insiti nella pianificazione economica centrale, alla spiegazione degli ordini spontanei nella società umana. Che lo fecero arrivare alla conclusione che le conoscenze e le informazioni in possesso dei vari attori possono essere utilizzate appieno solo all'interno di un sistema di mercato decentralizzato, caratterizzato dalla libera determinazione dei prezzi.
Una "summa" del suo pensiero la si può ritrovare nel discorso che tenne il giorno seguente il ricevimento del Nobel. Con La presunzione del sapere, Hayek affrontò in particolare questioni di natura metodologica, che hanno però un impatto visibile sulle scelte di politica economica. Il più grave errore degli economisti, a detta di Hayek, sarebbe infatti quello di "imitare più da vicino possibile le procedure proprie delle scienze naturali", pretendendo così di orientare il funzionamento dell'economia secondo modelli meccanicistici. A distanza di cinquant'anni, nella scienza economica, tale presunzione pare oggi più diffusa che mai.
Il testo della Lezione alla memoria di Arthur Nobel, tenuta da Friedrich A. von Hayek l'11 dicembre del 1974, è liberamente scaricabile QUI.
Inoltre, fino a domenica è possibile acquistare il libro che rappresenta il "testamento intellettuale" di Hayek, La presunzione fatale. Gli errori del socialismo, ricevendo in omaggio la tazza del ventennale IBL, con raffigurati i ritratti di Hayek e Bruno Leoni. |
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