Un patto intergenerazionale da ricomporre, dopo la pandemia il quadro economico è una fonte di rischio per la sostenibilità delle finanze pubbliche
Il solo decreto cd. Rilancio distribuirà altri 55 miliardi di soldi in deficit. Si può invocare l'urgenza messa in campo dalla crisi epidemiologica e le vie obbligate del Governo nel fare scelte straordinarie in un momento come questo, ma, ritiene l'autrice, "è doveroso quantomeno riflettere sull'eredità di azioni politiche passate che, non dettate da situazioni di emergenza, amplificano la drammaticità della prospettiva economica italiana attuale. È, quindi, nel passato dei vent'anni trascorsi che troviamo le tendenze socio-economiche che hanno determinato in ultima istanza quello che viene mostrato oggi. Nel focus, Sofia Felici analizza i dati e indaga le ragioni di queste dinamiche, passate ed esistenti. Le evidenze empiriche mostrate nel paper "delineano un quadro economico che è inevitabilmente fonte di rischio per la sostenibilità delle finanze pubbliche italiane, specialmente nel futuro più prossimo quando, superata la crisi sanitaria, si sconterà una tendenza negativa che non è mai stata frenata. Mostrare l'accentuazione di un conflitto intergenerazionale in questo momento significa riflettere su quanto sia urgente porre in atto un cambio di paradigma che faciliti la "correzione" di alcune di queste dinamiche. Un paradigma che, prima di ogni altra cosa, dia la possibilità al nostro Paese di orientare le proprie visioni su una prospettiva di lungo periodo e che faccia leva su un cambiamento delle priorità, proponendo riforme incisive di ricomposizione della spesa e di redistribuzione superata l'emergenza." Si tratta di una riforma prima di tutto culturale, che richiede di "fare un passo avanti, lasciare spazio a nuove forme di intervento che consentano alle generazioni attuali, e a quelle future, la libertà di scegliere, di riformare e, soprattutto, la possibilità di non essere irrimediabilmente legate agli eccessi del passato e all'eredità di questo presente che, nella sua eccezionalità e temporaneità, rischia però di limitare molto più a lungo le nostre opportunità e di non salvare quel legame tra generazioni che già oggi ci costringe a rimanere distanti." Il focus "Un'Italia consumata e ferma. Generazioni divise dal virus e nella sorte futura" di Sofia Felici è liberamente disponibile qui (PDF).
È possibile sostenere la Fondazione Istituto Bruno Leoni anche attraverso la destinazione del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi: codice fiscale 97741100016, riquadro "finanziamento della ricerca scientifica e dell'università". L'Istituto Bruno Leoni vive di sole donazioni private e volontarie. Sostienici. |
In ottemperanza del D.L. 196d del 30 giugno 2003 n. 196 e del Regolamento (UE) 2016/679, per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, in ogni momento è possibile modificare o cancellare i dati registrati nella database dell'Istituto Bruno Leoni.
Per cancellare il proprio indirizzo dalla newsletter cliccare QUI.
Per richiedere la modifica dei propri dati cliccare QUI.