| Cronache dal Fronte Liberista |
Nella nuova puntata delle Cronache dal Fronte Liberista Carlo Amenta e Carlo Stagnaro tracciano un bilancio del progetto Milei.
Buone nuove dal Sudamerica?
Dopo aver vinto le elezioni in Argentina, il presidente Milei ha dato il via alle riforme economiche promesse in campagna elettorale. Se sulla carta il piano risultava essere assolutamente convincente, qualcuno poteva dubitare della sua reale fattibilità. Ma, dopo circa un anno, si iniziano a vedere i prodotti delle riforme attuate che hanno portato a una diminuzione dell'inflazione e al surplus di bilancio. Mentre in tutto il mondo si punta su maggiore spesa, la cura di tagli al bilancio somministrata all'Argentina sembrerebbe funzionare.
Ma il surplus potrebbe sparire Il surplus accumulato dal governo argentino nell'ultimo anno rischia però di scomparire: per riuscire a chiudere una serie di contenziosi ereditati dai precedenti esecutivi, l'attuale governo dovrebbe impegnare quello che finora era riuscito a risparmiare. Le colpe dei predecessori sono ricadute completamente sui successori, generando una situazione per cui agli occhi degli elettori le colpe ricadranno su Milei.
Reaganiani e peronisti
Sin dalla sua candidatura il presidente argentino è stato più volte accostato a Donald Trump. Se alcune delle loro posizioni politiche possono essere facilmente paragonate, in ambito economico sono due figure nettamente distinte. Infatti, il paradosso che si è generato è che Milei, sostenitore dei tagli alla spesa, risulta essere reaganiano mentre Trump, favorevole a un aumento dell'intervento statale, dei due è il politico più peronista. Insomma, una nota di preoccupazione per gli Stati Uniti e una di speranza per l'Argentina.
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