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La paura della guerra, poi quella del virus: ecco la quarantena in Libia
 
In Libia il virus ha fatto relativamente pochi contagi, ma gli scontri tra le due fazioni che si contendono il controllo del paese non conoscono soste e non risparmiano nessuno, nemmeno gli ospedali. Nancy Porsia ci racconta un paese in mano alle milizie e agli attori stranieri, dove unità e sforzi per la salute collettiva sembrano venire molto dopo la conquista del potere.

Attraversiamo il Mediterraneo e torniamo in Italia. Dimenticati già da prima dell'emergenza Covid-19, centinaia di rifugiati che vivono in strada, sono ora praticamente invisibili (almeno per le istituzioni). Sono gli abbandonati dall'accoglienza a cui solo i volontari sembrano interessarsi. Con Serena Chiodo e Valerio Muscella siamo andati nel piazzale di Roma che gli fa da rifugio per conoscere le loro storie.


Non può mancare poi la rassegna-web di questa settimana. A Lampedusa i migranti sono lasciati dormire sul molo Favaloro, Malta ammette le proprie responsabilità nei respingimenti segreti verso la Libia, il Garante dei detenuti mette in guardia dall'utilizzo di navi per la quarantena dei soccorsi in mare. Questo e molto altro nella nostra rassegna settimanale su rifugiati e richiedenti asilo.

Scriveteci e diteci che ne pensate!

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Se in Libia il virus ha fatto relativamente pochi contagi, lo scontro tra le due fazioni che si contendono il controllo del paese nordafricano non accenna a diminuire: lo scorso 6 aprile l’ospedale Al Khadra - designato dalle autorità di Tripoli quale struttura per ricevere i pazienti per contagio da Covid-19 - è stato bombardato dalle forze di Haftar. Quello che ci racconta Nancy Porsia nel suo secondo approfondimento sulla Libia è un paese in mano alle milizie e agli attori stranieri, dove unità e sforzi per la salute collettiva sembrano venire molto dopo la conquista del potere.
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Un piazzale per molto tempo vuoto, adibito a parcheggio dal 2011, anno di ristrutturazione della stazione. Un luogo di transito per chi, lasciando qui la macchina, prende la metropolitana o i treni. Una zona piuttosto isolata anche prima dell’emergenza Covid-19, che ora è diventata praticamente invisibile. Come chi ci vive; almeno, per le istituzioni. Serena Chiodo e Valerio Muscella sono stati tra le persone costrette a ripararsi nei pressi della Stazione Tiburtina e tra i volontari che li aiutano.
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In Libia non cessano gli scontri e le partenze: 140 persone sono sbarcate a Lampedusa nei giorni scorsi mentre appaiono sempre più evidenti le responsabilità maltesi nel naufragio di Pasqua.
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