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Se il Covid-19 non ferma l’emergenza dei migranti
 
In Libia non cessano gli scontri e le partenze: 140 persone  sono sbarcate a Lampedusa nei giorni scorsi mentre appaiono sempre più evidenti le responsabilità maltesi nel naufragio di Pasqua.

1. A Lampedusa strutture piene, migranti lasciati dormire sul molo
A Lampedusa nel giro di 24 ore sono sbarcate 140 persone. Come racconta Alessandra Ziniti su Repubblica “in 76 erano arrivati sabato, altri 60 ieri presi a bordo da una unità della Guardia costiera mentre un altro gruppo di 90 alla deriva su un gommone in zona Sar è stato raccolto da un mercantile, con la preoccupazione che si ripeta quanto già denunciato da molte Ong nei giorni scorsi quando le autorità de La Valletta avrebbero dato ordine ad un altro mercantile di riconsegnare i migranti ai libici”. 

Le 140 persone appena arrivate vanno ad aggiungersi ai 110 già in isolamento nell'hotspot, ed è solo grazie alla solidarietà del parroco e della gente di Lampedusa se dopo 35 ore sul molo Favaloro all'addiaccio, sono al riparo in attesa di destinazione.

2. Riprendono le partenze dalla Libia
L’aumento degli sbarchi a Lampedusa e l’intensificarsi delle partenze nelle ultime settimane, tra cui un gran numero di bengalesi che da anni lavoravano in Libia, è un pessimo segnale ed è dovuto fortemente all’esito degli scontri che proprio in questi giorni si sono fatti più intensi.

Come ci racconta Nancy Porsia in questo approfondimento, in Libia gli scontri tra le due fazioni che si contendono il controllo del paese non conoscono soste e non risparmiano nessuno, nemmeno gli ospedali. Insomma anche durante l’emergenza Coronavirus unità e sforzi per la salute collettiva sembrano venire molto dopo la conquista del potere

Hassan Zakariya Omer su The New Humanitarian, racconta in prima persona la sua esperienza di rifugiato bloccato in Libia tra guerra e Coronavirus.


3. Prime ammissioni da Malta: “Da tre anni respingimenti segreti verso la Libia”
In tempo di ripresa delle partenze dalla Libia, non si può non osservare la posizione ambigua di Malta.

Dopo le accuse di accordo con le autorità libiche, anche il New York Times si interessa alla situazione maltese e fa luce sulla gestione dei soccorsi in mare da parte del Governo dell’isola. In questa inchiesta Patrick Kingsley e Haley Willis raccontano come la Valletta abbia arruolato una flotta privata di pescherecci incaricandola di respingere i migranti verso la Libia.  

“Ma davvero - si chiede Nello Scavo - La Valletta ha potuto agire indisturbata senza che il principale vicino, l'Italia, si accorgesse di nulla?”.

Intanto, proprio in questo momento, 78 persone sono in attesa di poter sbarcare a Sud di Lampedusa, a bordo della nave maltese “Marina”. L’Italia, poco incline a concedere lo sbarco, accusa Malta di aver indirizzato la barca verso il porto italiano

4. Intanto continua l’inchiesta sulla Strage di Pasqua
Omar, Mogos, Hzqiel, Hdru, Huruy, Teklay, Nohom, Kidus, Debesay e i tre Filmon: i nomi e i volti dei giovani lasciati a morire in mare il giorno di Pasqua, sono stati resi pubblici anche a Malta, dove è in corso l'inchiesta per attestare le responsabilità della strage.

Salpati da Sabratha tra il 9 e il 10 aprile, per tre giorni hanno atteso senza cibo il barcone dei trafficanti, Nello Scavo ricostruisce la loro storia.


5. Terminata la quarantena per i migranti a bordo del traghetto italiano al largo di Palermo
Si è concluso ieri, dopo un periodo di quarantena di 14 giorni, l’isolamento sanitario per i migranti a bordo del traghetto Rubattino, ormeggiato al largo delle coste palermitane. Le 146 persone a bordo, tutte risultate negative al test per il coronavirus, saranno trasferiti presso centri di accoglienza.

I 33 minori sono già in viaggio verso Benevento e Salerno.

Ma se l’utilizzo della nave Rubattino sembra non essere un caso isolato, e il ministero sta cercando nuove imbarcazioni da destinare a sorveglianza sanitaria per i migranti, il Garante dei detenuti Mauro Palma mette in guardia: “in questi luoghi le persone non possono chiedere asilo, non sono tutelate le vittime di tratta o i minori stranieri non accompagnati”.

6. Salute e diritti dei braccianti: una questione europea
Scrive l’Eu Observer che i braccianti senza documenti rischiano di diventare in questo periodo di emergenza Covid l’elefante nella stanza che tutti vedono, ma che tutti fanno finta di ignorare.

Se più di un’organizzazione di settore ha fatto notare come le frontiere chiuse e l’impossibilità di impiegare i lavoratori stagionali (in prevalenza) est europei, rischiano di mettere a repentaglio la raccolta di frutta e verdura e l’intera filiera agroalimentare, cosa fare con i migranti spesso senza documenti proveniente da paesi terzi e impiegati nei campi?

Molte voci della società civile europea - la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili è tra i firmatari - hanno scritto alla Commissione Europea chiedendo di proteggere i diritti e la salute dei lavoratori senza documenti.

7. A che punto siamo con la regolarizzazione in Italia?
La tutela dei diritti e della salute dei braccianti è un argomento molto sentito anche nel nostro paese, come si sta muovendo l’Italia?

Più di un mese fa l’allarme lanciato per la mancanza di manodopera nei campi. Da allora gli annunci di un decreto per la regolarizzazione si sono susseguite, ma il testo è ancora lontano dall’essere discusso.

Della proposta di regolarizzazione si è discusso anche Con Fabio Ciconte di Terra! e Marco Omizzolo di Tempi Moderni, nella diretta organizzata dalla Cild: “Coronavirus e diritti dei braccianti

Mentre la ministra Bellanova insiste sulla necessità di regolarizzare subito braccianti e colf, sindacati e organizzazioni che si occupano di tutela dei diritti dei migranti si battono per una regolarizzazione più estesa (che è anche quella che chiedono i promotori della campagna Ero Straniero). 

Intanto i braccianti continuano a vivere in condizioni estreme, senza garanzie e vittime dello sfruttamento.

8. Durante la pandemia non si può revocare il permesso di soggiorno
Non accogliere la richiesta di sospensiva del decreto di rigetto della domanda di protezione internazionale mentre la pandemia Covid-19 è in pieno corso significherebbe pregiudicare la tutela della salute individuale e collettiva. 

Il mancato accoglimento della richiesta  - spiegano dal sito Cronache di ordinario Razzismo - avrebbe infatti comportato la revoca del permesso di soggiorno per richiesta di asilo e la conseguente cancellazione della loro iscrizione al servizio sanitario nazionale.

In questo approfondimento, invece, il Cir spiega tutto quello che c’è da sapere sulla scadenza e il rinnovo dei documenti durante la fase 2.


9. In Grecia 400 migranti trasferiti dalle isole alla terraferma
Domenica scorsa il governo greco ha trasferito 395 persone dal campo profughi di Moria, sull’isola di Lesbo, a strutture di accoglienza sulla terraferma.

La mossa è arrivata dopo le ripetute insistenze delle istituzioni Ue, timorose che il Coronavirus prendesse piede nei campi greci. Secondo gli ultimi dati dell'Unhcr ci sarebbero circa 38.700 tra migranti e richiedenti asilo bloccati sulle isole greche dell’Egeo.

10. I migranti in quarantena permanente lungo la rotta balcanica
“A partire da marzo, mano a mano che il coronavirus dilagava per l’Europa, alcuni stati disposti lungo la dorsale balcanica hanno messo in atto provvedimenti che hanno interessato non solamente la popolazione locale, ma anche e soprattutto la popolazione migrante che vive all’interno dei centri di transito e per richiedenti asilo, allestiti e istituiti lungo la cosiddetta Rotta balcanica a partire dal 2016”. Silvia Maraone ne parla in questo approfondimento.

 Christian Elia ci aveva raccontato, invece, come tra Serbia e Romania l'emergenza Coronavirus si sta abbattendo su strutture di detenzione per migranti del tutto inadeguate.


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