| Cronache dal Fronte Liberista |
Nella nuova puntata delle Cronache dal Fronte Liberista Amenta, Sileoni e Stagnaro si occupano di due temi in particolare.
Il concordato preventivo biennale: pianificazione fiscale o tentativo di emersione del nero? Si apre per la prima volta in Italia la sperimentazione del concordato preventivo biennale tra autonomi, imprese, forfettari e agenzia delle entrate, che prevede la possibilità di concordare un livello di reddito sul quale pagare le imposte per i successivi due anni.
Sebbene si tratti di una buona idea in vista della necessità di trovare le coperture per la legge di bilancio, la scelta del governo si scontra con un dato fattuale: per molti contribuenti, aderire al concordato comporterebbe in realtà tasse più elevate rispetto ai livelli di reddito dell'anno precedente.
Ben poche aziende possono infatti prevedere aumenti di fatturato con una certezza tale da giustificare l'adesione. Rimane poi da vedere l'impatto che la misura potrebbe avere sul sommerso. Sul quale, però, forse non è il caso di scommettere una legge di bilancio.
Somin: il problema non è il wokeismo, ma il nazionalismo
Un interessante confronto tra Randy Barnett (Georgetown Law Center) e Ilya Somin (George Mason University) ci porta all'interno di un dibattito che riguarda il pensiero libertario. Con una destra globale sempre meno distinguibile dalla sinistra, cos'ha da offrire oggi il pensiero libertario?
Il vero nemico secondo Somin non sta tanto nel wokeismo, soprattutto se si pensa che riflette la posizione di una minoranza, seppur rumorosa, concentrata nelle università americane, quanto nell'insieme delle politiche elette a bandiera dai nazionalisti di tutto l'Occidente. Il libertarismo, insomma, non è morto: ciò non significa, però, che non sia migliorabile. |
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