La magistratura smonta il Decreto Cutro pezzo per pezzo
Foto via Twitter/Antonio Nicita
Una nuova sentenza del Tribunale di Palermo libera 5 persone richiedenti asilo che altrimenti sarebbero state detenute nel nuovo centro di detenzione di Porto Empedocle. Un importante segnale sul Decreto Cutro che presenta sempre più profili di illegittimità. Nel frattempo, la Tunisia continua a espellere persone nel deserto.
1. Detenzione illegittima: i giudici liberano 5 richiedenti asilo
Il Tribunale di Palermo non ha convalidato il trattenimento, presso il centro di detenzione di Porto Empedocle, di 5 persone richiedenti asilo provenienti dalla Tunisia. Un’altra sentenza boccia il c.d Decreto Cutro, oltre a vanificare i tentativi del governo nell’esternalizzazione delle procedure di asilo accelerate alla frontiera tramite i centri di detenzione in Albania.
“Due diversi giudici della sezione specializzata in immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Ue hanno stabilito che le motivazioni alla base della detenzione sono carenti perché mancano riferimenti alle situazioni individuali delle persone. La facoltà di disporre il trattenimento rappresenta l’esercizio di un potere discrezionale, che va giustificato ed argomentato, anche in considerazione della circostanza che la misura incide sulla libertà personale dell’individuo», si legge in una delle decisioni”, riporta il giornalista Giansandro Merli su Il Manifesto.
La polemica da parte dei rappresentanti di governo non si è fatta aspettare, sferrando un attacco contro la magistratura, tuttavia, come spiega il giurista Fulvio Vassallo Paleologo: “non sono i giudici “contro” il Decreto Cutro [...] ma sono le previsioni del decreto, e le conseguenti prassi applicate da questori e prefetti su indirizzo del ministero dell’interno [...] che evidenziano ogni giorno di più un insanabile contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione e con le vigenti Direttive europee in materia di accoglienza e di procedure per le richieste di asilo. I giudici sono soggetti alla legge e non certo al governo o alla “volontà popolare” che questo pretende di rappresentare [...]”.
2. Sempre più paesi occidentali pagano paesi terzi per fermare le migrazioni
I paesi ricchi pagano sempre di più i paesi poveri per cercare di limitare i flussi migratori, con effetti negativi sulle persone in movimento. Si pensi agli accordi che l’Ue stipula con la Tunisia, la Turchia, la Libia, il Libano, il Marocco e altri Paesi.
Sempre più studiosi stanno studiando questo fenomeno “coniando l'espressione "rentierismo dei rifugiati", per descrivere gli accordi finanziari stipulati tra stati più ricchi e paesi che ospitano grandi popolazioni di rifugiati, volti a prevenire [le migrazioni]. Questi accordi, affermano i ricercatori, hanno conseguenze negative sul sistema internazionale di protezione dei rifugiati, nonché sulla responsabilità, la trasparenza e i principi democratici. "Di solito, gli stati rentier ricevono denaro perché altri governi vogliono ciò che hanno loro: risorse o accesso alla loro terra", ha affermato Gerasimos Tsourapas, professore di relazioni internazionali all'Università di Glasgow in Scozia”, riporta la giornalista Laure Delacloche sul New Humanitarian.
E ancora: “I fattori che causano la fluttuazione nel tempo dei numeri delle migrazioni irregolari sono complessi. Ma in generale, quando gli accordi migratori sono riusciti a rendere più difficile l'uso di una rotta, se ne sono aperte altre o hanno guadagnato popolarità. Gli accordi stipulati dai paesi li espongono anche al rischio che altri paesi utilizzino la migrazione come forma di pressione per ottenere concessioni politiche e più denaro”.
3. Sempre più persone sfollate e senza assistenza a Gaza
Da oltre 10 mesi la guerra a Gaza, in Palestina, ha causato lo sfollamento di oltre 1,9 milioni di persone. Spesso costrette a spostarsi nel giro di pochi minuti dall'annuncio di un ordine di evacuazione da parte delle forze israeliane, molte persone sono state sfollate più volte.
“Gli sfollati di Al-Mawasi, Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza, vivono in tende polverose, sovraffollate da diversi membri della famiglia. Non hanno un accesso adeguato a cibo, acqua e servizi essenziali, come servizi igienici e assistenza sanitaria. Le persone potrebbero dover fare la fila per ore per l'acqua, persino per le latrine, e non sono in grado di fare la doccia regolarmente. Le condizioni di vita sono estremamente difficili. Ogni giorno vediamo tra 300 e 400 persone alla clinica medica, di cui 200 casi sono correlati a condizioni della pelle", spiega il dott. Youssef Salaf Al-Farra, pediatra del Parc (Palestinian Agricultural Development Association)”, riporta Medici Senza Frontiere.
Nel mentre Amnesty International continua a fare appello affinché vengano effettuate indagini sui crimini di guerra di Israele: “una nuova indagine di Amnesty International rivela che le forze israeliane non hanno preso tutte le precauzioni possibili per evitare o ridurre al minimo i danni ai civili rifugiati nei campi per sfollati interni mentre portavano a termine due attacchi contro i comandanti e i combattenti di Hamas e della Jihad islamica nel sud della Striscia di Gaza occupata a maggio. Questi attacchi sono stati probabilmente indiscriminati e uno è stato probabilmente anche sproporzionato. Entrambi gli attacchi dovrebbero essere indagati come crimini di guerra”.
4. Continuano le espulsioni nel deserto in Tunisia
Un gruppo di circa 40 persone migranti sarebbe stato espulso dalla città costiera di Sfax in Tunisia e abbandonato vicino al confine del paese con l'Algeria. I gruppi per i diritti umani segnalano un numero crescente di espulsioni forzate dalla Tunisia.
“Secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES), tra le persone coinvolte ci sarebbero anche bambini e donne incinte. Il portavoce del gruppo per i diritti umani, Romdhane Ben Amor, ha affermato che sono rimasti "senza acqua né niente da mangiare... in una zona molto isolata". Li stiamo seguendo da tre giorni, ma questa mattina abbiamo perso i contatti", ha aggiunto”. La Tunisia, insieme alla vicina Libia, è un punto di partenza fondamentale per le persone migranti che cercano di raggiungere l'Europa attraversando il Mar Mediterraneo”, si legge su Info Migrants.
“Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato a luglio, si presume che nel deserto del Nord Africa muoiano il doppio delle persone che annegherebbero in mare nel tentativo di raggiungere l'Europa. Tutti coloro che hanno attraversato il Sahara possono raccontarvi di persone che conoscono e che sono morte nel deserto", ha affermato l'inviato speciale dell'UNHCR Vincent Cochetel in occasione della pubblicazione del rapporto intitolato "In questo viaggio, a nessuno importa se vivi o muori".
5. La Spagna stipula un Memorandum d’Intesa con il Gambia
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che la Spagna firmerà una serie di accordi di partenariato con il Gambia volti a frenare l'ondata di persone migranti provenienti dall'Africa occidentale che giungono alle Isole Canarie.
"I nostri paesi firmeranno un memorandum d'intesa sulla migrazione circolare. Questa nuova iniziativa mira a facilitare una migrazione sicura, ordinata e regolare che vada a vantaggio sia dei nostri paesi che dei nostri cittadini", ha affermato Sanchez in una conferenza stampa con il ministro della Difesa del Gambia, Sering Modou Njie. La visita di Sánchez in Gambia fa parte del suo tour di tre giorni nell'Africa occidentale, durante il quale spera di rafforzare le relazioni bilaterali con Mauritania, Gambia e Senegal”, riporta Euronews.
E ancora: “tra le persone migranti che raggiungono le Canarie ci sono migliaia di rifugiati maliani in fuga dalla violenza e dall'instabilità nel paese del Sahel, nonché giovani provenienti dal Senegal, dalla Mauritania e da altri paesi dell'Africa occidentale in cerca di migliori opportunità di lavoro all'estero. Sono sempre più numerosi anche gli adolescenti e i bambini che viaggiano da soli verso le Isole Canarie, il che ha messo in difficoltà il governo locale responsabile della loro assistenza”.
6. Morto Bija, noto trafficante delle milizie libiche
Abdelrahman Milad detto Bija, una delle figure più importanti della cosiddetta guardia costiera libica, oltre che noto trafficante di esseri umani ricercato a livello internazionale, è stato ucciso a Tripoli.
“Il più famigerato trafficante di esseri umani della Libia, ora comandante della guardia costiera, Abdelrahman Milad, meglio conosciuto come "Bija", è stato assassinato fuori dalla base navale alla periferia di Tripoli. Bija costruì un impero sulla sofferenza umana e la politica europea lo rese possibile. Trasformò il salvataggio in un riscatto: i più vulnerabili intercettati nel Mediterraneo vennero riportati in Libia per essere estorti nei centri di detenzione”, ha affermato Anas el Gomati, direttore del Sadeq Institute, istituto di ricerca in Libia.
Ricordiamo che l’Italia ha attualmente attivo il Memorandum d’Intesa con la Libia, la quale viene finanziata dal governo dal 2017 per le operazioni di respingimento di persone migranti. Bija è stato fotografato in Italia, nel 2017, durante un meeting sulle migrazioni.
Il team di Open Migration
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