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Come la pandemia in corso (non) sta facendo riconsiderare la detenzione dei migranti
 
Nonostante la pandemia in corso, migliaia di persone in Europa sono ancora detenute in strutture carcerarie con la sola colpa di non avere un titolo di soggiorno valido. Tra i paesi Ue si segnala la Spagna unica ad aver chiusi tutti i centri sul continente (mantenendo aperti quelli di Ceuta e Melilla però). Germania e Belgio hanno in parte seguito l'esempio spagnolo. E l'Italia invece? Nel nostro paese nonostante 5 casi registrati di Covid-19 nei Cpr poco si muove. Ce ne Parla Giacomo Zandonini.

Restiamo in Italia. Il 23 aprile è iniziato il mese di Ramadan, mese di digiuno e preghiera per circa 2 milioni di fedeli in Italia. Un periodo di celebrazioni segnato quest'anno dall'emergenza Covid, che per la comunità musulmana mette a rischio anche la sepoltura.Daniela Sala ci racconta come la comunità musulmana che vive nelle province lombarde più colpite dal virus si sta organizzando per dare sepoltura ai propri cari.


Non può mancare poi la rassegna-web di questa settimana. Salgono i contagi nei Cpr, l’emergenza sanitaria ha peggiorato la vita dei braccianti nei ghetti, L'Ue accusata di aver finanziato respingimenti in Libia, il rischio che la pandemia risvegli il razzismo Questo e molto altro nella nostra rassegna settimanale su rifugiati e richiedenti asilo.

Non dimenticare di seguire la nostra diretta Facebook "Cpr e hotspot. Migranti e detenzione al tempo del coronavirus". Cosa succede ai tempi del Covid-19 nei centri di detenzione per stranieri, negli hotspot, nelle navi dove i soccorsi in mare svolgono la quarantena? In che condizioni vivono? Il loro trattenimento è legale? Ne parleremo il 5 maggio in una nuova diretta Facebook insieme a Annapaola Ammirati di Associazione Studi Giuridici Immigrazione, Judith Sunderland Vicedirettrice per l'Europa e l'Asia Centrale per Human Rights Watch e Stefano Anastasia Garante regionale Lazio e Umbria dei diritti dei detenuti 


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Il trattenimento dei migranti in situazione irregolare continua a rimanere lo strumento principe per rintracciare e rimpatriare persone non gradite, anche quando - come durante una pandemia - non è di fatto possibile farlo. Giacomo Zandonini ci racconta come l'emergenza Coronavirus in Europa (non) sta cambiando la detenzione dei migranti
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La legge italiana prevede che una persona possa essere sepolta esclusivamente nel Comune di residenza oppure in quello in cui è deceduta. L'Islam, inoltre, proibisce ai suoi seguaci la cremazione e la tumulazione: il corpo deve essere seppellito, con il volto rivolto verso la Mecca. Ma su 8mila Comuni, solo una sessantina hanno un'area cimiteriale dedicata ai fedeli musulmani. Daniela Sala ci racconta come la comunità musulmana che vive nelle province lombarde più colpite dal virus si sta organizzando per dare sepoltura ai propri cari.
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Mentre Italia e Malta si dichiarano porti non sicuri a causa dell’epidemia Covid-19, le partenze dal paese nordafricano non si fermano. Ma che fine fanno le centinaia di uomini donne e bambini rispediti in Libia? Molti di loro scompaiono nel buco delle strutture gestite dai miliziani.
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