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Abusi e detenzione. Le frontiere continuano a uccidere



Foto copertina via Twitter/Melting Pot Europa
 

Mentre Amnesty International denuncia l’Italia sui trattamenti inumani e degradanti derivanti dall’abuso dell’utilizzo della detenzione amministrativa per le persone migranti, l’Onu afferma che la maggior parte dei maltrattamenti avviene alle frontiere e dalle rispettive autorità statali. In Francia è in corso una “pulizia sociale” in vista delle Olimpiadi.

1. La denuncia di Amnesty: l’abuso della detenzione sulla pelle delle persone migranti

“In Italia, persone migranti e richiedenti asilo vengono illegalmente private ​​della loro libertà in centri di detenzione che non rispettano gli standard internazionali” ha denunciato Amnesty International in un nuovo comunicato.

“La detenzione dovrebbe essere eccezionale e una misura di ultima istanza. Tuttavia, nei centri che abbiamo visitato abbiamo incontrato persone razzializzate che non avrebbero mai dovuto essere detenute. Persone con gravi problemi di salute mentale. Persone che cercano asilo a causa del loro orientamento sessuale o attivismo politico ma provenienti da paesi che il governo italiano ha arbitrariamente designato come "sicuri" [...]. Questi inutili provvedimenti di detenzione gettano la vita, la salute e le famiglie delle persone nel caos", ha affermato la vicedirettrice regionale per l'Europa di Amnesty International, Dinushika Dissanayake.

E ancora: “nel 2023, il governo italiano ha adottato misure volte ad ampliare l'uso della detenzione correlata alle migrazioni. Tra queste rientrano piani per la costruzione di nuovi centri di detenzione, l'estensione del periodo massimo di detenzione per il rimpatrio a 18 mesi e l'applicazione di "procedure di frontiera" alle persone che cercano asilo da "paesi sicuri", con conseguente detenzione automatica delle persone sulla base della loro nazionalità, in contraddizione con il diritto internazionale che richiede una valutazione individuale”.


2. Onu: le persone migranti subiscono abusi soprattutto dalle autorità di frontiera, più che da “scafisti e trafficanti”

Secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite, dal titolo Abuse, protection and justice along routes between East and West Africa and Africa’s Mediterranean Coast: A route-based perspective on key risks, i trafficanti non sono i principali autori di violenza nei confronti delle persone che migrano lungo la rotta del Mediterraneo centrale. I risultati del rapporto si basano su interviste condotte su quasi 32.000 persone nell'arco di tre anni.

“Parlando con i giornalisti, Vincent Cochetel [inviato speciale dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati nel Mediterraneo], ha affermato che la violenza è [...] e perlopiù commessa da bande criminali, forze dell'ordine e gruppi armati. Ciò include forze di sicurezza, polizia, militari, ufficiali dell'immigrazione e guardie di frontiera”, scrive il giornalista Nikolaj Nielsen su Eu Observer. “E ciò accade mentre l'Ue, da anni, continua a rafforzare tali forze dell’ordine, più di recente in Egitto, Mauritania e Tunisia”. 

E ancora: “il rapporto ha inoltre rilevato che la violenza fisica è il rischio principale segnalato dal 38 percento dei quasi 32.000 intervistati, seguito dalla rapina al 31 percento, dalla detenzione al 30 percento, dalla corruzione al 21 percento, dalla morte al 20 percento, dal rapimento al 18 percento e dalla violenza sessuale al 15 percento”.


3. Rimpatrio di massa per 100 persone immigrate di nazionalità cinese negli Usa

Gli Stati Uniti hanno respinto 116 persone migranti cinesi nel primo “grande volo charter” di questo tipo in cinque anni, ha affermato il Dipartimento della Sicurezza Interna.

“Il volo, avvenuto nel fine settimana, avviene in un momento di intenso dibattito politico in vista delle elezioni presidenziali statunitensi sulla questione dell'immigrazione cinese. Il dipartimento ha affermato che sta lavorando con la Cina per "ridurre e scoraggiare l'immigrazione irregolare e per interrompere il traffico illecito di esseri umani attraverso sforzi estesi di applicazione della legge", riporta il Guardian.

E ancora: “l'immigrazione cinese è diventata sempre più un grido di battaglia per i repubblicani e l'ex presidente Donald Trump, che hanno sollevato sospetti sul motivo per cui le persone migranti cinesi arrivano negli Stati Uniti. Le organizzazioni asiatiche di difesa dei diritti temono che la retorica possa incoraggiare ostilità nei confronti degli asiatici, mentre le stesse persone migranti hanno affermato di arrivare [negli Usa] per sfuggire alla povertà e alla repressione”.


4. La Francia fa “pulizia sociale” contro le persone razzializzate marginalizzate in vista delle Olimpiadi

In vista delle Olimpiadi di Parigi, gli attivisti per i diritti umani hanno affermato che le autorità sono impegnate in una "pulizia sociale", una politica governativa volta ad allontanare le persone senzatetto dalla città. 

“Diverse organizzazioni no profit hanno presentato prove che documentano i metodi utilizzati dalle autorità per "gestire" le popolazioni più vulnerabili nella regione di Parigi sia prima che durante i Giochi”, riporta France 24. “Le autorità francesi hanno iniziato a sgomberare centinaia di persone [...]. “Esistono diverse prove che ci consentono di utilizzare il termine “pulizia sociale", ha affermato Paul Alauzy, portavoce del gruppo e attivista per la sicurezza delle persone migranti presso la Ong Médecins du Monde. 

Infine, “operazioni di questo tipo vengono svolte regolarmente, non sono dettate dall'agenda olimpica e paralimpica. I mezzi utilizzati per gestire le persone senzatetto, tuttavia, hanno suscitato preoccupazioni. All'inizio dell'anno, la difensora indipendente dei Diritti Umani francese, Claire Hédon ha annunciato che avrebbe avviato un'indagine sullo "sgombero dagli spazi pubblici di persone considerate 'indesiderabili' in vista delle (Olimpiadi)".


5. Bisogna smantellare il sistema illegale di respingimenti in Grecia

Poco più di un anno fa, il New York Times ha pubblicato un'inchiesta video che mostrava prove incontrovertibili di richiedenti asilo, compresi bambini, caricati su un furgone bianco da uomini a volto coperto sull'isola greca di Lesbo, per poi essere trasferiti su una nave della guardia costiera greca e abbandonati in mezzo al mare su un canotto gonfiabile. Da allora, e nonostante le denunce, i respingimenti di questo tipo non sono mai stati fermati davvero.

“Rimandare (refoulement)le persone in Paesi in cui potrebbero subire violazioni dei diritti umani, persecuzioni o violenze costituisce una violazione del principio di non respingimento previsto dal diritto internazionale. Per mantenere il velo di plausibilità attorno ai respingimenti, che sono una forma di non-refoulement, la Grecia ha iniziato a intimidire e a colpire con procedimenti legali gli operatori umanitari, i volontari e  persino i giornalisti che denunciano la pratica. Le autorità greche, ad esempio, hanno recentemente  emesso un mandato di arresto per Tommy Olsen, il capo di Aegean Boat Report”, riporta la giornalista Romy van Baarsen sul New Humanitarian. E ancora, continua Baarsen: “le autorità stanno davvero cercando di mettere a tacere questi operatori umanitari in modo che possano continuare le loro pratiche di respingimento senza ostacoli", mi ha detto Tineke Strik, membro del Parlamento europeo, in un'intervista alla fine dell'anno scorso, avvertendo che la Grecia sta facendo sempre più passi indietro quando si tratta di sostenere lo stato di diritto”.

Ricordiamo che il 17 giugno, la Bbc ha pubblicato un'inchiesta che ha rivelato che almeno 43 persone sono morte tra maggio 2020 e 2023 a causa delle operazioni di respingimento greche. Nove delle vittime sono state deliberatamente gettate in acqua.

6. I nostri nuovi articoli su Open Migration

Picco di arrivi nei primi mesi dell’anno, e già si contano quasi 5 mila morti per quella che si conferma una delle rotte più letali al mondo. Con Romina Vinci abbiamo fatto un viaggio a Las Palmas, dove sorge uno dei più grandi centri di accoglienza, gestito dalla Croce Rossa. Ce ne parla Romina Vinci.

 

Il team di Open Migration

“L’Unione Europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà”, così recita il preambolo della Carta dei diritti fondamentali della UE.

Da anni, tuttavia, assistiamo alla continua e sistematica violazione di questi principi. Ne sono innegabili esempi: la militarizzazione ed esternalizzazione delle frontiere interne ed esterne; i respingimenti brutali; le violenze perpetrate nell’ambito degli Stati membri e nei Paesi terzi con cui l’Europa ha stretto accordi per impedire l’ingresso nel proprio territorio dei richiedenti asilo.

Per questo motivo vi invitiamo a firmare l'iniziativa dei cittadini europei (ICE) "Stop Border Violence", per maggiori informazioni:

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