Detenere e respingere
Foto via Twitter/Medici Senza Frontiere
Nonostante i ritardi e le promesse propagandistiche non mantenute, i centri in Albania sono in fase di costruzione sulla pelle delle persone migranti. Rischiano di finirci anche persone vulnerabili e minori. Nel frattempo Biden adotta un nuovo provvedimento securitario contro le persone migranti che attraversano il confine dal Messico.
1. Il bluff della campagna d’Albania di Meloni, sulla pelle delle persone migranti
In un nuovo reportage dei giornalisti Marika Ikonomu e Giovanni Tizian di Domani, viene rivelato il grande bluff della campagna di Giorgia Meloni in Albania per la costruzione di centri di trattenimento sulla pelle delle persone migranti.
“Il cantiere di Gjader è la smentita più eclatante delle promesse diffuse da Radio propaganda Meloni, che aveva assicurato con enfasi alla nazione che le strutture sarebbero state pronte per maggio 2024. La prima struttura sarà a Shengjin e l’altra, appunto, a Gjader. Il cronoprogramma, dicevamo: indica la fine lavori dopo 223 giorni a partire da fine marzo, quindi a fine ottobre - novembre [..]. L’inizio della deportazione in Albania dei migranti “invasori” del patrio suolo può così attendere. E sebbene non esista alcuna emergenza in atto (lo rivelano i numeri degli sbarchi), il governo non arretra. Anzi, chiede celerità”, scrivono Ikonomu e Tizian. E ancora sull’hotspot: “appena varcata la soglia, sulla sinistra, appare una struttura che assomiglia a un super carcere: imponente per le inferriate di grigio scintillante che sembrano toccare il cielo. Servono per impedire la fuga [...]. Per molti sarà solo l’anticamera dell’inferno: i migranti deportati fin qui dalle navi italiane sosterranno giusto il tempo per essere identificati, per le visite mediche. I più fortunati potranno compilare la richiesta di asilo, il destino di altri sarà il rimpatrio ma sempre dopo una sosta a Gjader”.
Un altro punto critico è la questione delle persone migranti vulnerabili che molto probabilmente finiranno in tali centri: “queste rassicurazioni fatte da Meloni durante la conferenza stampa non sembrano corrispondere alla realtà. Da una mappa dei locali interni del centro di Shengjin, visionata da Domani e allegata a una relazione del Genio militare dopo un sopralluogo di gennaio scorso, è previsto un locale di 28 metri quadri chiamato “attesa minori”. Quegli stessi minori ai quali, per legge, dovrebbero essere garantite le procedure ordinarie”.
2. Biden approva nuova legge anti-migranti
Il 4 giugno il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo che limita notevolmente l’accesso all’asilo e apre la strada alla rapida deportazione delle persone migranti che attraversano il confine tra Stati Uniti e Messico.
“Secondo il nuovo provvedimento, quando la media giornaliera di persone arrestate sul confine supera le 2.500, le autorità espelleranno immediatamente coloro che non esprimono timore di tornare nel loro paese d’origine – un processo che potrebbe richiedere ore o giorni. Le persone che esprimono tale timore [...] saranno sottoposte a screening da un funzionario dell’immigrazione utilizzando una procedura più rigorosa rispetto al protocollo attuale. Coloro i cui timori saranno ritenuti credibili non potranno comunque presentare domanda di asilo, ma potranno beneficiare di forme di protezione più limitate”, si legge sul New Humanitarian. “Come sottolinea il Pew research center, la polizia di frontiera statunitense ha avuto quasi 250mila incontri con migranti nel dicembre 2023, il totale mensile più alto mai registrato. In realtà questi numeri sono poi andati progressivamente calando nel primo semestre del 2024, ma nel frattempo la campagna elettorale per le presidenziali di novembre è entrata nel vivo. E il tema dell’immigrazione è tra quelli che più tengono banco”, riporta il giornalista Luigi Mastrodonato su Lifegate.
E ancora: “intanto l’American Civil Liberties Union (Aclu), un’organizzazione non governativa orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti, ha promesso battaglia contro la legge. L’Aclu è la stessa associazione che insieme ad altre aveva fatto ricorso contro una legge simile emanata da Donald Trump nel 2018 e poi dichiarata illegittima da diversi tribunali. Molte persone sono poi scese in piazza per protestare contro la nuova misura”.
3. 11 cadaveri trovati nel Mediterraneo
Durante le attività di soccorso, la nave Geo Barents della Ong Medici Senza Frontiere (Msf) ha soccorso oltre 160 persone nel Mediterraneo, recuperando tuttavia anche 11 cadaveri.
“Quegli undici morti sono vittime di un naufragio di cui non si sa assolutamente nulla – aggiunge Msf – così come in tanti altri casi che riguardano migliaia di persone, conseguenza di scelte politiche su quelli che sono i confini d'Europa e della mancanza di passaggi sicuri per sfuggire a condizioni di guerra, povertà, detenzione e dalla situazione in Libia che conosciamo tutti", si legge su Fanpage.
“Medici Senza Frontiere ha scritto su X (Twitter) che questo è il «risultato delle devastanti e sanguinose politiche europee in materia di immigrazione e di mancata assistenza per le persone che si imbarcano nel Mediterraneo». Negli ultimi anni il governo di Giorgia Meloni ha approvato norme che limitano molto le capacità operative delle ong: spesso le loro navi sono obbligate a far sbarcare le persone migranti in porti molto lontani dal luogo in cui avvengono i soccorsi, e se non rispettano le regole possono essere soggette a lunghi fermi amministrativi”, riporta Il Post.
4. Una famiglia sudanese fa ricorso al Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite
“In seguito allo sgombero del 3 maggio di circa 500 persone migranti accampate davanti alle sedi di Unhcr e Oim a Tunisi, un gruppo di richiedenti asilo è stato trasferito e abbandonato dalle forze di polizia vicino al confine con l’Algeria senza cibo né acqua, lontano da luoghi abitati”, riporta l’Asgi.
Si tratta di un gruppo composto da richiedenti asilo, tra cui famiglie con bambini e bambine piccoli: “alcune persone del gruppo hanno presentato un ricorso di urgenza al Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con il sostegno delle avvocate dell’Asgi. Il Comitato, pochi giorni dopo, ha chiesto alla Tunisia di fornire loro l’assistenza necessaria, compresa quella medica, considerando che nel gruppo ci sono bambini; di non espellere gli autori mentre il loro caso è all’esame del Comitato e di prevenire qualsiasi minaccia, atto di violenza o rappresaglia a cui potrebbero essere esposti in seguito alla presentazione della richiesta al Comitato”.
5. Cipro: migranti bloccati nella zona cuscinetto delle Nazioni Unite
Ventisette persone migranti, provenienti, secondo quanto riferito, da Afghanistan, Camerun, Sudan e Iran, sono bloccate nella zona neutrale tra nord e sud – conosciuta come zona cuscinetto – da oltre una settimana. Secondo quanto riferito, circa la metà è composta da donne e bambini.
“Le autorità della Repubblica di Cipro hanno affermato di essere determinate a non “aprire un’altra strada per la migrazione irregolare” lasciando entrare il gruppo bloccato attraverso la zona cuscinetto, che è sotto il controllo delle Nazioni Unite", si legge su Info Migrants. E ancora: “un portavoce della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite sull'isola, Aleem Siddique, ha affermato "stiamo facendo pressioni alla Repubblica di Cipro affinché rispetti i suoi obblighi ai sensi dell'Unione Europea e del diritto internazionale".
Le temperature a Cipro nell'ultima settimana hanno raggiunto i 40 gradi. Siddique ha espresso preoccupazione, intervistato dal Cyprus Mail, "per la salute e il benessere dei richiedenti asilo, tra cui molte donne e bambini".
6. I nostri nuovi articoli su Open Migration
L’Europa sostiene, finanzia ed è direttamente coinvolta in operazioni clandestine nei paesi del Nord Africa per scaricare ogni anno decine di migliaia di persone migranti nere nel deserto o in aree remote per impedire loro di raggiungere l’Ue”. Questo è quanto emerge da un’inchiesta congiunta, durata un anno, realizzata dalle testate di giornalismo investigativo Lighthouse Reports, Irpi Media e Inkyfada, con la partecipazione di ulteriori testate internazionali tra le quali El Paìs, Der Spiegel e Le Monde. Ce ne parla Oiza Q. Obasuyi.
Il team di Open Migration
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