| Cronache dal Fronte Liberista |
La nuova puntata delle Cronache dal Fronte Liberista non poteva che essere dedicata all'appuntamento politico del momento: le elezioni europee.
Serena Sileoni, Carlo Amenta, e Carlo Stagnaro riflettono su quanto delle idee originarie dell'integrazione europea sia sopravvissuto. I tempi degli entusiasmi su mercato unico e libero scambio sembrano aver ceduto il passo a una sfiducia degli elettori nei confronti di Bruxelles, che pare trovare origine nel progressivo indebolimento degli argini tra le competenze degli Stati e quelle dell'Unione sulle politiche pubbliche.
Tutto da buttare? No. Se da una parte l'euro ha contribuito a proteggere l'Italia dall'inflazione, anche i vincoli di bilancio concorrono di fatto a riportare le decisioni di finanza pubblica a più miti consigli, al di là degli strepiti di una campagna elettorale molto italianamente trasformata in una gara a chi chiede una fetta ancora più grande del bilancio europeo.
Ed è anche l'ultima relazione annuale di Bankitalia a ricordarci che, in fin dei conti, quella torta la paghiamo anche noi. Se si considera la quota dei prestiti finora erogati per il Recovery Plan, l'Italia svetta con il 72,4% del totale, a fronte di un contributo italiano all'economia UE pari al 12,8%. Sarà quindi cruciale assicurare la qualità della spesa. Fortunatamente, però, l'onere del governo porta anche un buon effetto collaterale: la più o meno vaga consapevolezza della scarsità delle casse pubbliche. E del fatto che i prestiti, prima o poi, si dovranno restituire.
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