Da cosa nasce il progresso? Dagli errori, ma soprattutto dalla libertà di commetterli.
Nell'intervista Leonifiles di questa settimana, Carlo Stagnaro interroga Giovanni Battista Zorzoli, ingegnere ed esperto di energia, su quelli che nel suo libro definisce gli errori fecondi che hanno fatto la storia del progresso umano.
Dalla scoperta dell'America a quella della penicillina, sono infatti innumerevoli i casi in cui vere e proprie rivoluzioni del sapere e della tecnologia sono in effetti scaturite da banalissime sviste, errori di calcolo, o imprevisti in cui si sono imbattuti i pionieri della scienza moderna.
La serie di gustosissimi aneddoti narrati da Zorzoli ha però una prospettiva che va al di là del piacere di sbirciare dietro le quinte della storia: sono tutti esempi di innovazioni che non avrebbero mai potuto verificarsi in seno a società in cui la pianificazione traccia i percorsi della ricerca, pretendendo perfino di determinarne i risultati a priori.
Tali società "perfette", che reprimono ogni deviazione dalla via stabilita verso un ideale di perfezione imposto dall'alto, non possono che essere foriere di disastri e di impoverimento della creatività umana.
Abbracciare l'imperfezione non come obiettivo in sé, ma come tappa nel cammino della scoperta, equivale quindi a interiorizzare la lezione che ogni imprenditore già conosce: la strada del successo è senza dubbio lastricata di errori. Attenzione a demonizzarli, però: alcuni potrebbero anche cambiare il mondo.