Tassazione digitale, le misure unilaterali non funzionano
La tassazione delle imprese online solleva delle sfide ma il proliferare di misure unilaterali nei paesi europei non è una soluzione. Lo argomenta Alessia Sbroiavacca, fellow dell'Istituto Bruno Leoni, nel Briefing Paper "La tassazione dei digital giants. Tra misure statali unilaterali e la riforma dei criteri di tassazione a livello internazionale" (PDF)
Lo studio spiega che le imprese digitali si differenziano da quelle tradizionali perché ricavano la maggior parte dei propri utili dalla vendita di servizi online o dall'esercizio di diritti immateriali. Quindi i sistemi tributari tradizionali hanno dei problemi nel definirne precisamente gli utili: la discussione in sede Ocse punta proprio ad affrontare queste questioni. Ma le tante webtax nazionali creano più problemi di quanti ne risolvano: "Nelle more del raggiungimento di accordi sovranazionali, diversi Paesi hanno agito in autonomia, introducendo nei propri ordinamenti fiscali norme ad hoc in via unilaterale le quali, tuttavia, espongono i contribuenti ad ulteriori rischi ed incertezze. Anche la Commissione Europea si è espressa nel senso di rallentare l'approccio statale favorendo soluzioni concordate", anche perché esse pongono un serio rischio di "frammentare il mercato unico, aumentare l'incertezza fiscale, destabilizzare la parità di condizioni e aprire nuove scappatoie per gli abusi fiscali".
Il Briefing Paper "La tassazione dei digital giants. Tra misure statali unilaterali e la riforma dei criteri di tassazione a livello internazionale" di Alessia Sbroiavacca è liberamente disponibile qui: (PDF).