La Corte Suprema del Regno Unito ha giudicato illegale il piano di deportazione di persone migranti in Ruanda
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C'è una Corte in Regno Unito
Foto via Twitter/Bbc News Africa ([link removed])
La Corte Suprema britannica definisce illegale il piano di deportazione di richiedenti asilo in Ruanda. Un duro colpo per il primo ministro Rishi Sunak che aveva fatto del contrasto all’immigrazione un pilastro fondamentale della politica interna. Nel frattempo l’Italia è stata nuovamente condannata dalla Cedu per trattamenti inumani e degradanti.
1. Corte Suprema del Regno Unito: le deportazioni in Ruanda sono illegali
La Corte Suprema britannica ha giudicato illegale il piano di deportazione delle persone richiedenti asilo verso il Ruanda.
“Cinque giudici della corte suprema hanno confermato all’unanimità la sentenza della corte d’appello secondo cui esisteva un rischio reale che i rifugiati deportati vedessero le loro richieste nel paese dell’Africa orientale essere valutate erroneamente o che venissero rimandati nel loro paese di origine per affrontare persecuzioni”, riportano ([link removed]) i giornalisti Rajeev Syal e Diane Taylor sul Guardian. Un duro colpo per governo del Primo Ministro Rishi Sunak che, tra le altre cose, aveva già speso 140 milioni di sterline per il programma di deportazione in accordo con il Ruanda. “In una conferenza stampa [...] il Primo Ministro ha detto che il Regno Unito sta lavorando a un nuovo trattato con il Ruanda”, riporta ([link removed]) la giornalista Francesca Gillett su Bbc.
L’affossamento delle deportazioni in Ruanda deriva dall’incompatibilità del piano con la convenzione Cedu sui diritti umani (di cui il Regno Unito fa ancora parte): ricordiamo che nel mese di giugno un volo di deportazione è stato bloccato dalla Corte Europea dei Diritti Umani. “La sentenza [della Corte Suprema] arriva in seguito al licenziamento della ministra dell'Interno Suella Braverman [...]. Aveva chiesto al Regno Unito di uscire dalla Cedu se il piano per il Ruanda fosse stato bloccato”, riporta ([link removed]) Al Jazeera.
2. Da nord a Sud. L’odissea dei rifugiati di Gaza
L'esercito israeliano ha detto ai residenti di Gaza che vivono vicino al confine, a est della città di Khan Yunis, di evacuare. L'annuncio è stato dato attraverso volantini nei quartieri di al-Qararah, Bani Suheila, 'Abasan e Khuza'a, dove vivono decine di migliaia di persone.
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“L’avvertimento fa temere che Israele pianifichi un’importante operazione militare nel sud di Gaza, dopo aver ridotto in macerie la maggior parte del nord di Gaza nel tentativo di sradicare i militanti di Hamas”, riporta ([link removed]) Arab News.
Nel frattempo, “Danny Danon (Likud) e Ram Ben-Barak (Yesh Atid) hanno pubblicato un editoriale per il Wall Street Journal, chiedendo che i paesi di tutto il mondo accettino un numero limitato di famiglie di Gaza che hanno espresso il desiderio di trasferirsi”, riporta ([link removed]) Times of Israel. Non è un caso che le persone sfollate palestinesi abbiano paura di una nuova Nakba, come riporta ([link removed]) Reuters.
3. Italia nuovamente condannata dalla Cedu per maltrattamenti
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha condannato l’Italia per il maltrattamento riservato a un gruppo di persone migranti sudanesi costrette a spogliarsi davanti ad altri richiedenti asilo e sottoposte a umiliazioni di vario genere.
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“La Corte si è pronunciata su due cause intentate contro l'Italia da nove cittadini sudanesi arrivati nel Paese via mare nell'estate del 2016[...]. Secondo la Cedu, le persone migranti venivano tenute sotto costante sorveglianza della polizia in un clima di violenza e minacce”, riporta ([link removed]) Euronews. E ancora: “il gruppo di persone migranti sudanesi ha inoltre affermato di essere stato costretto a sopportare lunghi viaggi in autobus durante il periodo più caldo dell'anno, senza ricevere acqua e cibo sufficienti e senza una spiegazione su dove fossero dirette o perché. Secondo la Cedu, queste ultime venivano tenute sotto costante sorveglianza della polizia in un clima di violenza e minacce”.
I sette giudici della Corte hanno quindi concordato all’unanimità che l’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, obbligandola a risarcire i ricorrenti con una somma di 27 mila euro.
4. L’Ue punta a nuovi accordi anti-migranti con Egitto e Tunisia
La Commissione europea vuole concordare nuovi partenariati con Tunisia ed Egitto entro la fine dell’anno, nonostante le denunce su abusi contro persone migranti e rifugiate in Egitto e le recenti violenze razziste legittimate dal tunisino.
“Ad aprile, la Commissione ha annunciato la disponibilità dell’Ue e della Tunisia a stabilire un partenariato operativo più forte contro il traffico di esseri umani, che comprenderebbe controlli più forti alle frontiere, una maggiore cooperazione giudiziaria e di polizia, una maggiore cooperazione con le agenzie dell’UE e misure anti-immigrazione”, denuncia ([link removed]) Statewatch. “L’anno scorso, le indagini di Human Rights Watch hanno rilevato che le autorità egiziane non sono riuscite a proteggere persone rifugiate e richiedenti asilo vulnerabili dalla violenza sessuale dilagante, anche omettendo di indagare su stupri e molestie sessuali”.
Inoltre, l’Ue ha deciso di proporre “un piano di investimenti che mirerebbe a mobilitare 9 miliardi di euro in settori come digitale, energia, agricoltura e trasporti [...]. Il piano cercherebbe anche di frenare l’immigrazione illegale verso l’Europa aiutando l’Egitto nella gestione delle frontiere, nel traffico di esseri umani e nei rimpatri volontari”, riporta ([link removed]) il giornalista Jorge Valero su Bnn Bloomberg.
5. La violenza sistematica sui confini della Croazia
Tra i temi dell’incontro a Zagabria tra la presidente Giorgia Meloni e il presidente croato Andrej Plenkovic, emerge il contrasto ai flussi migratori, puntando nuovamente sull’esternalizzazione dei confini.
La Croazia è tra i Paesi europei maggiormente denunciati per la violenza alle frontiere nei confronti delle persone migranti: “Atefa, una rifugiata afgana di 29 anni che non ha fornito il suo cognome per motivi di sicurezza, ha detto che la polizia croata ha trattato lei e altre otto persone migranti “come animali”. Oltre a costringerli a raccogliere la spazzatura e a versare acqua nelle loro scarpe, gli agenti palpeggiavano le donne e facevano rumori osceni”, riporta ([link removed]) France 24. E ancora: “quest’anno, secondo il Danish Refugee Council, un totale di 2.559 persone hanno denunciato respingimenti violenti verso la Bosnia dalla Croazia[...]. Associazioni per i diritti umani sostengono che la violenza contro le persone rifugiate probabilmente aumenterà man mano che la sicurezza verrà rafforzata sui i confini della Croazia”.
6. I nostri nuovi articoli su Open Migration
L'accordo tra l'Italia e l'Albania in materia di immigrazione si inserisce in una cornice Europea dove i diritti dei richiedenti asilo rischiano di subire un pericoloso restringimento. Nello specifico, l'atto firmato dal governo italiano, presenta diversi dubbi di legittimità che riguardano aspetti tecnici e giurisdizionali, nonché i diritti esercitabili nei centri che dovrebbero sorgere nel paese balcanico. Ce ne parla ([link removed]) Ignazio Juan Patrone.
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