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Rifugiati in trappola


Foto via Twitter/Al Jazeera   
 

Aumenta il numero delle persone sfollate interne nel mondo. Da Gaza, dove il numero delle vittime è in continua crescita per via dei bombardamenti, alla Repubblica Democratica del Congo dove oltre 6 milioni di persone non sanno più dove andare. Nel frattempo, proseguono i respingimenti dell’Italia verso la Slovenia.

 

1. L’Egitto apre parzialmente il valico di Rafah

Prosegue l’attacco israeliano su Gaza con cifre che - "stando al Ministero della Salute controllato da Hamas - raggiungono le 9 mila vittime, tra cui almeno 3.648 bambini", riportano le Nazioni Unite.

“[...]Tra gli attacchi più mortali ci sono stati i pesanti raid aerei che hanno colpito il campo profughi di Jabalia. Secondo quanto riferito, gli attacchi hanno distrutto diversi edifici residenziali[...]”, riporta l’Ocha, L'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite. Nel frattempo l’Egitto ha deciso di aprire il valico di Rafah, con alcuni limiti: “il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l'Egitto è stato aperto per la prima volta in più di tre settimane di brutale conflitto per consentire l'evacuazione di dozzine di palestinesi feriti che necessitano di cure ospedaliere e di centinaia di titolari di passaporto straniero”, scrive il giornalista Peter Beaumont sul Guardian.

E ancora: “tra coloro che sono stati autorizzati a partire mercoledì c'erano cittadini e titolari di doppio passaporto provenienti da Australia, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Indonesia, Giappone e Giordania, nonché membri del personale di diverse organizzazioni umanitarie”. Tuttavia l’Egitto non sembra voler andare oltre: “la prospettiva di uno sfollamento di massa da Gaza [...] ha accresciuto le preoccupazioni del governo di al-Sisi”, riporta Al Jazeera.


2. Proseguono i respingimenti italiani verso la Slovenia

Quattrocento persone migranti dormono nei magazzini abbandonati a Trieste, mentre il Ministro dell’Interno Piantedosi ha affermato di aver già respinto circa trenta persone.

“Al momento i 67 ettari sui quali sorgono gli edifici sono semi abbandonati e i due magazzini più vicini alla stazione sono diventati un rifugio di fortuna per più di duecento persone – quasi tutti immigrati appena arrivati in Italia dalla rotta balcanica – originari nella maggior parte dei casi del Pakistan e dell’Afghanistan. Sono in attesa che la loro domanda di asilo sia esaminata, sono tutti regolarmente registrati dalle autorità italiane, ma non hanno un posto in cui dormire. Di notte ci mordono i topi e altri animali”, riporta la giornalista Annalisa Camilli su L’Essenziale.

“Di notte ci mordono i topi e altri animali. Non ci sono i bagni, dormiamo nelle tende, ma quando piove ci bagniamo lo stesso, racconta Zakir Ali, un ragazzo pachistano di 26 anni, originario del distretto di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l’Afghanistan”


3. Lo sfruttamento dei lavoratori agricoli stranieri nel Regno Unito

Quasi la metà degli 845 lavoratori stagionali intervistati dal Bureau of Investigative Journalism (Tbij) ha denunciato maltrattamenti, discriminazioni, furti salariali e minacce ai danni di lavoratori e lavoratrici stranieri agricoli in Inghilterra.

“I risultati dei rapporti (2021-2022) sull’ispezione agricola contrastano con le affermazioni del ministro dell'agricoltura Mark Spencer, il quale ha affermato che le persone che lavorano con il regime dei visti stagionali sono "molto ben assistite" e che i datori di lavoro "si assicurano che i loro bisogni di welfare siano soddisfatti", ha scritto Tbij. E ancora: “una donna ucraina ha detto agli ispettori di essere stata confinata nella sua roulotte senza accesso ad assistenza medica o cibo per 11 giorni quando ha contratto il Covid-19”. 

Gli operatori del sistema per la concessione dei visti sono tenuti a garantire che i partecipanti siano adeguatamente pagati, trattati equamente e che vivano in alloggi che rispettano le norme igieniche. Nonostante le numerose denunce, nessun operatore del sistema autorizzato dal governo ha perso la licenza o è stato sanzionato per la negligenza su tali standard.


4. La denuncia di Medici Senza Frontiere: violenza normalizzata

La Ong Medici Senza Frontiere (Msf) ha affermato che le autorità di frontiera dell’Ue, in particolare quelle greche, hanno normalizzato i respingimenti di persone migranti in arrivo dalla Turchia. Quest’anno sono arrivate in Grecia quasi 30.000 persone migranti, riporta Deutsche Welle.

“Nonostante prove credibili, le autorità greche, l'Ue e i suoi Stati membri non sono riusciti a chiedere conto agli autori di queste violazioni”, afferma Msf, “è il risultato delle politiche dell'Ue che giustificano e consentono la continua violenza contro le persone vulnerabili”. 

Msf ha affermato di aver fornito assistenza medica a quasi 8.000 persone negli ultimi due anni, di cui oltre 1.500 bambini. L’Ong ha inoltre riferito che la maggior parte dei pazienti trattati aveva affermato di essere sopravvissuta a molteplici respingimenti.


5. Oltre 6 milioni di rifugiati nella Repubblica Democratica del Congo

Secondo le Nazioni Unite, 6,9 milioni di persone sono sfollate a causa del crescente conflitto nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc).

“Il conflitto decennale è la ragione principale degli sfollamenti [...]. Almeno l'80% delle persone sfollate vive nelle province orientali del Nord Kivu, del Sud Kivu, dell'Ituri e del Tanganica, che sono state a lungo invase da dozzine di gruppi armati che cercano di impossessarsi dell'oro e di altre risorse della regione”, riporta il giornalista Justin Kabumba Katumwa sull’Associated Press.

“La recente escalation del conflitto ha reso sfollate sempre più persone con una rapidità mai vista prima”, ha affermato il capo missione dell'Oim in Congo, Fabien Sambussy”.


6. Nuovo sbarco a Lampedusa

531 persone (di nazionalità prevalentemente siriana, egiziana, bengalese e pakistana) sono state portate in salvo a Lampedusa, erano partite dalla Libia.

“Il gruppo è rimasto nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove ci sono complessivamente 576 ospiti, per essere sottoposto a fotosegnalamento e rilievo delle impronte digitali. E mentre le procedure di pre-identificazione, per consentire un rapido trasferimento dei migranti verso Porto Empedocle, erano in corso nel pomeriggio è stato avvistato un cadavere. La salma, irriconoscibile perché in avanzatissimo stato di putrefazione, era fra gli scogli di Cala Pulcino”, riporta il Fatto Quotidiano.

Inoltre: “secondo i dati ufficiali del Viminale, da inizio dell’anno sono sbarcati in Italia oltre 145mila migranti. Da settimane ormai, tranne casi isolati, il fronte tunisino delle partenze è stato ridimensionato. Resta aperto quello libico da dove non partono soltanto barchini con una cinquantina di persone a bordo, ma giganteschi pescherecci con a bordo dai 400 ad oltre 500 migranti”.
 

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