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Subject Il dramma della guerra ai danni dei civili
Date October 16, 2023 8:05 AM
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Continua a salire il numero delle persone uccise, sia israeliane che palestinesi. Israele continua a bombardare Gaza incessantemente.

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Il dramma della guerra ai danni dei civili

Foto via Twitter/Global Project ([link removed])

Si riaccende il conflitto tra Israele e Hamas, a seguito dell’attacco sferrato da quest’ultimo nei confronti di civili israeliani. Continua a salire il numero delle persone uccise, sia israeliane che palestinesi. Israele continua a bombardare Gaza incessantemente, costringendo migliaia di persone a fuggire. Nel frattempo la Tunisia rifiuta i 60 milioni di euro del Memorandum con l’Ue, il cui obiettivo - tra gli altri - sarebbe quello di contrastare i flussi migratori dal Paese nordafricano all’Europa.

1. Oltre 400 mila persone sfollate interne a Gaza
Continua ad aumentare il numero - destinato a salire - di civili uccisi tra Israele (1.300 vittime) e Palestina, in particolare la Striscia di Gaza (oltre 2.000 vittime), a seguito dell’attacco della fazione militare di Hamas nei confronti di Israele e i bombardamenti a tappeto di quest’ultima nei confronti di Gaza, dove vivono rinchiuse ([link removed]) due milioni di persone.

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“L'ufficio umanitario delle Nazioni Unite (Ocha) ha dichiarato che più di 400.000 persone sono fuggite dalle loro case nella Striscia di Gaza e che 23 operatori umanitari sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani in risposta a un attacco terroristico [di Hamas]”, si legge ([link removed]) su Reuters. Israele continua a costringere le persone palestinesi a spostarsi dal nord al sud di Gaza per evacuare il territorio, tuttavia, Gaza è un recinto a cielo aperto e come spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): “L'Oms condanna fermamente i ripetuti ordini israeliani di evacuare 22 ospedali che curano più di 2.000 pazienti nel nord di Gaza [...]. Lo spostamento di 2.000 pazienti nel sud di Gaza dove le strutture sanitarie sono già al massimo delle loro capacità [...] non sono in grado di assorbire un aumento considerevole del numero di pazienti, potrebbe equivalere a una condanna a
morte".
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Nel frattempo Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha condannato sia l’attacco di Hamas che l’assedio di Israele - privando ([link removed]) le persone palestinesi di cibo, acqua e altri beni di prima necessità - in quanto incompatibili con il diritto internazionale che prevede la massima tutela dei civili. Resta l’incognita dei corridoi umanitari: “il segretario di stato statunitense, Antony Blinken, ha detto che gli Stati Uniti stanno cercando un accordo sulla creazione corridoi umanitari e di zone sicure”, riporta ([link removed]) il giornalista Giuliano Borger sul Guardian. Tuttavia, “Non c’è ancora alcun accordo su come portare aiuti ai 2 milioni di palestinesi sotto bombardamento, mentre Israele getta le basi per un’invasione di Gaza via terra[...]”.
2. La Tunisia riconsegna 60 milioni di euro all’Ue

Il governo tunisino ha restituito i 60 milioni di euro di fondi Ue sbloccati la settimana scorsa.

“Un portavoce della Commissione ha confermato che il paese nordafricano ha restituito 60 milioni di euro di sostegno al bilancio fornito dall'esecutivo dell'Ue a settembre. Si tratta di un duro colpo al controverso accordo sulle persone migranti firmato dalla Commissione europea con la Tunisia a luglio, che offriva denaro in cambio di aiuto per arginare i flussi migratori attraverso il Mar Mediterraneo verso l’Europa”, riporta ([link removed]) il giornalista Gregorio Sorgi su Politico. E ancora, il governo tunisino ha affermato che i 60 milioni di euro erogati dall’Ue erano già previsti nel piano di ripresa post-Covid del paese, che faceva parte di un accordo preesistente tra Bruxelles e Tunisi. Ma i fondi non sono mai stati erogati in precedenza”.

Nel frattempo la Tunisia prosegue con la campagna di persecuzioni ed espulsioni illegittime ([link removed]) e violente nei confronti delle persone migranti sub sahariane: “a soli due mesi dalle ultime espulsioni inumane di massa di migranti e richiedenti asilo neri nel deserto, le forze di sicurezza tunisine hanno nuovamente esposto le persone al pericolo abbandonandole in remote aree di confine, senza cibo né acqua”, ha affermato Salsabil Chellali, direttrice della Tunisia presso Human Rights Watch.
3. Un minore non accompagnato in cella a Roma

Un minore straniero non accompagnato è stato rinchiuso in cella per dieci giorni a Roma.

“C’è un minore straniero non accompagnato che ha vissuto per dieci giorni all’interno di una cella di sicurezza di due diverse questure di Roma. Perché per lui non si trovava un posto nella capitale in una comunità di accoglienza per minorenni”, scrive ([link removed]) il giornalista Gaetano De Monte su Domani. E ancora: “ora su questa vicenda la Cedu, cioè la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, ha scritto al governo chiedendo chiarimenti. In particolare, i giudici europei hanno chiesto quale siano state le condizioni di detenzione a cui è stato sottoposto il minore nei giorni scorsi, e quali misure sono state adottate “in merito alla collocazione del ricorrente nei locali del commissariato Casilino Nuovo e del commissariato di via Teofilo Patini”.

Il minore, sbarcato a Lampedusa, era stato identificato come maggiorenne dalla polizia, nonostante fosse in possesso di un certificato di nascita che attesta la minore età. “Chiunque abbia meno di 18 anni è un minorenne e ha diritto a vivere e ad essere protetto e accolto come tale, difeso dai rischi di abusi, sostenuto nel proprio sviluppo. Senza condizioni e senza distinzioni”, afferma ([link removed]) l’Asgi.
4. Il Tribunale di Catania non convalida nuovamente la detenzione

Altre tre persone migranti tunisine sono state liberate dal centro per il rimpatrio di Pozzallo su decisione del tribunale di Catania, che solleva dubbi nei confronti delle recenti misure del governo.
“Ad essere messo in discussione è il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, che sono in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata, e la relativa cauzione di cinquemila euro per rimanere in libertà: secondo il giudice è illegittima e confligge con la normativa dell'Unione europea oltre a non essere in linea con i principi costituzionali”, riporta ([link removed]) l’Ansa.
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Nel frattempo a Bolzano si è tenuto un corteo contro la possibile apertura di un nuovo Cpr in Trentino Alto Adige:
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5. Cadono le accuse contro Mimmo Lucano, il fautore del “modello Riace”

La corte d’appello di Reggio Calabria ribalta la sentenza del tribunale di Locri nel processo Xenia, che vedeva come principale imputato l'ex sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano. “La nuova condanna è di un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa in relazione solo a un presunto falso”, riporta ([link removed]) il giornalista Francesco Donnici su Lavialibera.

L'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano era stato accusato di associazione a delinquere e di ulteriori irregolarità nella sua gestione dell'accoglienza delle persone migranti nel 2018. Nel settembre 2021, è stato poi condannato a oltre 13 anni di carcere con l'accusa di associazione a delinquere, frode, appropriazione indebita e abuso d'ufficio. "Tutte le accuse sono state ritirate in appello l'11 ottobre, ad eccezione di un caso di frode del 2017. Per tale capo d'accusa è stato condannato a una pena detentiva sospesa di un anno e sei mesi di carcere, che è coperta dalla quantità di tempo che ha già trascorso in custodia”, si legge ([link removed]) su Info Migrants.
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6. Si aggrava la condizione delle persone sopravvissute al terremoto in Afghanistan

Una serie di terremoti ha portato alla morte di almeno 2.400 persone nell'Afghanistan occidentale. Si stima che altre 4.000 persone siano ferite e 1.400 sfollate nelle province di Herat, Badghis e Farah.

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“La provincia di Herat è stata la più colpita dai sei terremoti e scosse di assestamento che sono iniziati intorno alle 11:00 ora locale di sabato e misurati fino a 6,3 di magnitudo. Zinda Jan, un distretto a circa 40 chilometri dalla città di Herat, ha subito i danni maggiori, con 13 dei suoi villaggi gravemente colpiti. Fazul Haq Ahadi, un operatore dei media con sede nella città di Herat, ha detto che molti dei villaggi che non sono stati rasi al suolo dai terremoti sono stati distrutti almeno al 50%”, riporta ([link removed]) il giornalista Ali M. Latifi sul New Humanitarian.

Ad agosto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello per 125 milioni di dollari ([link removed]) per garantire che possa continuare a sostenere 33 ospedali locali. Tuttavia, “il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dichiarato che avrebbe smesso di finanziare 25 ospedali gestiti dal governo in tutto il paese, tra cui Herat, luogo da cui proviene e viene curata la maggior parte delle vittime”.
7. I nostri nuovi articoli su Open Migration

Kahlifa Chibani è un ex colonnello dell'esercito ed è stato prima portavoce della Guardia Nazionale tunisina, poi Direttore dell’Informazione del Ministero dell’Interno. Lo ha intervistato per noi Ilaria Romano e con lui abbiamo parlato di quanto sta accadendo in Tunisia da alcuni mesi a questa parte e di come sia cambiato il ruolo del paese dal 2011 in poi. Ce ne parla ([link removed]) Ilaria Romano.

Da una parte della frontiera c'è il Rifugio Fraternità Massi di Oulx. Dall'altra il Refuge Solidaire a Briançon. Offrono un tetto, un letto e del cibo alle persone migranti che in quella parte dell'arco alpino provano ad attraversare il confine tra Italia e Francia. Tra politiche migratorie fatte di frontiere, il freddo delle montagne, c'è la solidarietà di centinaia di cittadini che sanno quanto sia importante non lasciare nessuno solo. Ce ne parla ([link removed]) Giulia Tringali.

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