Il razzismo sistemico continua a violare i diritti delle persone migranti
Foto via Twitter/Melting Pot Europa
Mentre la Cedu condanna l’Italia per trattamenti inumani e degradanti nei confronti di una minore non accompagnata, aumentano razzismo e discorsi d’odio: le Nazioni Unite in un nuovo rapporto denunciano le discriminazioni sistemiche contro le minoranze in Italia.
1. La Cedu condanna l’Italia per il maltrattamento di una minore non accompagnata
La Cedu, nel caso M.A v. Italia, ha dichiarato l'Italia colpevole di "trattamento inumano" nei confronti di una minore non accompagnata, già vittima di abusi, di nazionalità ghanese, che, nel 2016, è stata trattenuta per quasi otto mesi in un centro di accoglienza per adulti di Como.
“Esi (nome di fantasia) non aveva ancora compiuto 17 anni quando è sbarcata a Reggio Calabria, il 22 ottobre 2016. La giovane [...] si era messa in viaggio da sola per fuggire da un matrimonio forzato e dagli abusi del marito. Aveva raggiunto la Libia e anche qui era stata vittima di ulteriori violenze (anche sessuali) da parte di un uomo che aveva promesso di aiutarla e di offrirle un lavoro: a quel punto aveva deciso di imbarcarsi e sfidare la sorte per raggiungere l’Italia piuttosto che continuare a subire”, riporta la giornalista Ilaria Sesana su Altreconomia. Tuttavia, una volta arrivata, “pur essendo stata identificata da subito come minorenne, Esi non ha trovato un’accoglienza adeguata alla propria età, né è stata attivata nei suoi confronti una presa in carico capace di dare una risposta ai molti traumi subiti”.
La Corte, oltre ad aver condannato l’Italia sotto l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani che vieta i trattamenti inumani e degradanti, ha stabilito che l'Italia dovrà pagare 6.000 euro di risarcimento per danni morali e ulteriori 4.000 euro per coprire la copertura delle spese legali.
2. Le Nazioni Unite denunciano l’aumento di razzismo in Italia
Il Cerd (Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale) ha denunciato sempre più crescenti livelli di incitamento all'odio contro le persone immigrate e le minoranze in Italia.
“Durante i colloqui con una delegazione italiana all'inizio di agosto, gli esperti del Comitato hanno esortato l'Italia ad "applicare efficacemente la propria legislazione per combattere l'incitamento all'odio e l'incitamento alla discriminazione razziale e garantire che tutti i discorsi di odio e i crimini di matrice razzista siano effettivamente indagati e coloro che sono giudicati colpevoli siano puniti[...]”, riporta Info Migrants. Inoltre: “il Comitato è preoccupato per le informazioni relative ad un elevato numero di casi di abusi razzisti e maltrattamenti, compreso l’uso eccessivo della forza contro le minoranze etniche, in particolare Rom, Sinti e Camminanti,persone di origine africana e persone migranti, da parte delle forze dell’ordine”.
Tra le conclusioni, il Cerd sprona l’Italia ad esempio a: “garantire che i membri dei gruppi presi di mira dal razzismo e dalla discriminazione razziale, che sono vittime di un uso eccessivo della forza o di un profilo razziale da parte delle forze dell’ordine, abbiano accesso a rimedi efficaci e a un risarcimento adeguato e non subiscano ritorsioni per aver denunciato tali atti; istituire un meccanismo efficace per raccogliere e monitorare regolarmente i dati disaggregati sulle pratiche e le denunce relative al profiling razziale, alla discriminazione razziale e ai casi di violenza razzista da parte delle forze dell’ordine, anche nel contesto dei controlli di identità, degli arresti stradali e delle perquisizioni alle frontiere”.
3. L’Africa Climate Summit: tra soluzioni e criticità
Tra il 5 e il 7 settembre, 25 leader dei Paesi africani si sono riuniti a Nairobi, in Kenya, per partecipare al vertice sul clima, organizzato dalla Commissione dell’Unione Africana. “Finanziamento delle energie rinnovabili, riforma del sistema finanziario internazionale e tasse sul carbonio, il primo vertice africano sul clima ha stilato questa settimana a Nairobi l'elenco delle richieste dell'Africa per alleggerire il peso finanziario della lotta contro il riscaldamento globale”, si legge su Africa News.
Tuttavia, Patrick Gathara, redattore di New Humanitarian e inviato all’Africa Climate Summit ha sottolineato che “nonostante gli oltre 7 milioni di sfollati interni solo nel 2022 e il numero di africani sottonutriti in aumento di quasi la metà rispetto al 2012, le questioni relative alle crisi umanitarie indotte dal clima non hanno avuto un posto di rilievo nell’agenda”. Infatti, continua Gathara, nonostante molti abbiano aspramente criticato il fallimento da parte dei paesi ricchi nel fornire i 100 miliardi di dollari all’anno promessi nel 2009, “questi appelli sono stati messi in ombra – e addirittura contraddetti – dalla spinta a vedere la crisi climatica “attraverso la lente delle opportunità”, come l’ha definita il presidente keniano William Ruto, ospite del vertice”. “Le soluzioni del vertice si sono concentrate sulla monetizzazione dei pozzi naturali di carbonio del continente e sulla ricerca di investimenti per garantire il proprio futuro verde”, critica Gathara.
Più di 500 organizzazioni della società civile hanno firmato una lettera aperta a Ruto denunciando che l'ordine del giorno del vertice promuoveva “la posizione e gli interessi dell'Occidente”.
4. Aumentano le richieste di asilo in Europa
Secondo il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Asilo, le richieste di asilo nell’Unione Europea sono aumentate vertiginosamente nella prima metà del 2023.
“Nella prima metà del 2023 le domande di asilo sono salite a 519mila, con un aumento del 28% rispetto alla prima metà del 2022 [...]. il numero dei casi in attesa di decisione è aumentato del 34% a partire dal 2022. Inoltre, circa 4 milioni di ucraini in fuga dall’invasione russa beneficiano attualmente della protezione temporanea”. Oltre alle persone rifugiate ucraine, anche quelle di nazionalità siriana chiedono asilo, infatti: “[...] continuano a presentare il maggior numero di domande di asilo nell’Ue, come avviene da diversi anni. Nella prima metà del 2023 hanno presentato 67mila domande, ovvero quasi la metà (47%) rispetto allo stesso periodo del 2022 [...]. La Germania continua a ricevere il maggior numero di domande da parte di cittadini siriani, e ha elaborato il 62% di tutte le domande nella prima metà del 2023”.
“Le richieste di asilo provenienti dai paesi dell’Africa sub-sahariana, tra cui Guinea e Costa d’Avorio, sono più che raddoppiate nella prima metà del 2023, mentre le partenze di persone migranti dai paesi nordafricani lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono aumentate vertiginosamente. Quest'anno anche un numero crescente di russi e iraniani ha ottenuto la protezione internazionale nell'UE”, riporta il giornalista Gregorio Sorgi su Politico.
5. Nuovi sbarchi a Lampedusa
Sono 509 le persone arrivate a Lampedusa nella notte del 10 settembre. L’hotspot è di nuovo sotto pressione.
“Gli sbarchi proseguono senza sosta nella maggiore della Pelagie e l'hotspot dell'isola è di nuovo pieno: dopo i 509 sbarcati dalla tarda serata di ieri, sono 528 i migranti nel centro, poco oltre la capienza di circa 400 persone. Dopo l'approdo dei 142 che erano su un peschereccio di 14 metri, le motovedette della Guardia costiera hanno agganciato barchini con a bordo da 34 a 45 persone, fra cui donne e bambini, originarie di Sudan, Benin, Niger, Burkina Faso, Etiopia, Mali e Senegal. La prefettura sta predisponendo nuovi trasferimenti”, riporta la giornalista Annalisa Cangemi su Fanpage.
Nel frattempo, il Governo continua ad assegnare porti lontani alle navi di soccorso, a discapito delle condizioni di salute delle persone migranti a bordo: la nave Ocean Viking, nave della Ong Sos Mediterranee, sta navigando verso il porto di Ancona con 68 persone a bordo.
6. I nostri nuovi articoli su Open Migration
Mujah è partito dal Sudan per tentare di raggiungere l'Europa. La sua storia è quella di molte altre persone, le difficoltà e i pericoli del viaggio, le violenze e le torture in Libia. Ora vive in un edificio abbandonato in attesa di capire se riuscirà a partire. Ce ne parla Ilaria Romano.
Dal 3 ottobre 2013, all'11 ottobre dello stesso anno. Poi Alan Kurdi, Cutro. Tanti sono stati i casi che hanno colpito il mondo. Stragi dove a morire sono state donne, uomini e bambini. Il cordoglio mediatico è stato il filo conduttore di ognuno di questi momenti. Ma le politiche dei paesi, poi, non sono state conseguenti. Ce ne parla Christian Elia.
Il team di Open Migration
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