Fortezza Ue colpisce ancora: tra detenzione nei Cpr e nuovi accordi sull’immigrazione
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Fortezza Europa colpisce ancora: tra detenzione nei Cpr e nuovi accordi sull’immigrazione
Foto via Twitter/Altreconomia ([link removed])
Mentre Cild pubblica un nuovo rapporto sugli affari remunerativi di grandi multinazionali che massimizzano il proprio profitto a detrimento dei diritti delle persone migranti rinchiuse nei Cpr, l’Ue prosegue nell’esternalizzazione delle frontiere tra nuovi patti sull’immigrazione e accordi con Paesi terzi (non) sicuri per le persone migranti.
1. “L’Affare CPR”, il nuovo rapporto che rivela gli affari sulla pelle dei migranti
L’8 giugno, presso la sala stampa ([link removed]) della Camera dei Deputati, la Cild ha presentato il suo nuovo rapporto ([link removed]) “L’Affare CPR. Il profitto sulla pelle delle persone migranti” in cui viene sviscerato l’enorme business remunerativo che multinazionali e aziende (in particolare Ors, Gepsa, Engel, Ekene e Badia Grade) traggono dalla detenzione amministrativa, a discapito dei diritti delle persone migranti.
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“In queste strutture detentive [...] non solo si viene reclusi pur non avendo commesso alcun reato ma si arriva a consentire che su quella privazione della libertà personale qualcuno possa trarne profitto[...]”, si legge nella cartella stampa ([link removed]) . Infatti, “[...] nel periodo 2021-2023, le Prefetture competenti [hanno] bandito gare d’appalto per un costo complessivo di circa 56 milioni di euro [...] finalizzate alla gestione, da parte dei privati, dei CPR presenti sul territorio, cui vanno sommati i costi relativi alla manutenzione delle strutture e del personale di polizia”. Nel rapporto viene evidenziato come la diretta conseguenza della ricerca della massimizzazione del profitto delle aziende abbia causato gravi criticità e violazioni sul diritto alla salute e alla difesa, infatti vige uno “[...] strutturale stato di eccezione che caratterizza questa forma detentiva. Quest’ultima, infatti, lungo
tutto l’arco della sua non-nobile storia è caratterizzata per l’essere un autonomo binario punitivo di cui possono essere destinatari i soli migranti e cui corrispondono livelli di garanzie differenti rispetto a quelli attribuiti al resto della cittadinanza”.
Infine, oltre che puntare a un superamento del sistema delle detenzione, Cild afferma: “crediamo fortemente e promulghiamo l’idea, anche tramite questo Rapporto, che la detenzione amministrativa sia un sistema drammaticamente inumano e non rispettoso della dignità delle persone recluse”.
2. Smentito Crosetto: nessun dirottamento sulla Galata Seaways
Il Ministro della Difesa Crosetto ha diffuso la notizia ([link removed]) di un presunto tentativo di dirottamento della nave mercantile turca Galata Seaways, partita dal porto di Topcular in Turchia lo scorso 7 giugno e diretta a Sète (Francia), da parte di 15 migranti (tra cui donne incinte e minori) - perlopiù siriani, afghani e iracheni - a bordo, che si nascondevano nel cassone di uno dei tir trasportati.
“Al contrario delle informazioni diffuse venerdì dal ministero della difesa e dei proclami del ministro Guido Crosetto” si legge ([link removed]) su Il Post “a cui quasi tutti i mezzi di informazione avevano aderito senza verifiche puntuali, le prime indagini fatte dalla procura [di Napoli] hanno escluso che i 15 migranti abbiano tentato di dirottare la nave, di sequestrare o aggredire il comandante e l’equipaggio”.
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Almeno tre dei migranti sono stati denunciati per possesso d’armi poiché alcuni, con un taglierino, avevano squarciato il telone di un camion per poter respirare.
3. Il nuovo patto Ue sulle migrazioni non cambia nulla per l’Italia
Gli Stati membri dell’Ue hanno raggiunto un nuovo accordo ([link removed]) - improntato perlopiù sui rimpatri e la collaborazione con Paesi terzi “sicuri” - che permetterebbe loro di scegliere tra due alternative in un “meccanismo di solidarietà”: accogliere le persone richiedenti asilo o, in caso di rifiuto, versare una quota di 20mila euro per il ricollocamento in un fondo gestito da Bruxelles.
Secondo l’Ecre (Consiglio Europeo per i Rifugiati) questo nuovo accordo ([link removed]) inasprirà ulteriormente le possibilità di ottenere asilo: “un numero maggiore di persone che arrivano in cerca di protezione in Europa sarà soggetto a una procedura di frontiera, piuttosto che essere ascoltato in una normale procedura[...]”. Anche l’associazione Abolish Frontex denuncia gravi conseguenze inerenti ai diritti umani di coloro che con ogni probabilità verranno respinti con più facilità per via di procedure accelerate alla frontiera:
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Infine, benché si sia parlato di accordo “storico” per l’Italia, di fatto non viene superato l’attuale regolamento di Dublino sull’asilo, che prevede che della persona migrante si faccia carico il primo Paese di approdo, come spiega la giurista e contributor per Domani Vitalba Azzolini:
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4. 5 poliziotti arrestati per violenze contro persone inermi
Almeno 5 poliziotti della Questura di Verona sono stati arrestati per aver umiliato e costretto persone - perlopiù straniere e/o senza fissa dimora - a subire gravi abusi.
“Ci sono le botte, i pugni, gli schiaffi e le umiliazioni come quella che è stata inferta a un cittadino straniero, il cui corpo è stato impiegato “come uno straccio per pulire il pavimento”, sporco d’urina”. È lunga la galleria degli orrori di cui si sono resi protagonisti cinque poliziotti della questura di Verona, arrestati dai colleghi della squadra mobile, su ordine della locale procura”, riporta ([link removed]) il giornalista Youssef Hassan Holgado su Domani. Al momento sono 22 gli agenti indagati per aver “utilizzato il loro potere per umiliare i fermati, alcuni durante una semplice procedura d’identificazione, ovvero il controllo dei documenti”, scrive Holgado.
Emblematica è la testimonianza, riportata ([link removed]) su Open, di Adil Tantaoui, cittadino marocchino che dopo essere stato aggredito ha chiamato la polizia. Quest’ultima, senza alcun motivo, non solo lo ha condotto in Questura, costringendolo a subire ulteriori abusi e violenze, ma successivamente anche nel Cpr di Torino, dove è rimasto per 35 giorni nonostante l’inapplicabilità del suo rimpatrio poiché sposato con una donna italiana.
5. Nuove collaborazioni tra Ue e Tunisia a discapito dei diritti umani
La presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen, il presidente olandese Mark Rutte e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si sono recati in Tunisia per incontrare il presidente Kaid Saied. Il loro incontro si è focalizzato sulla questione migratoria.
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“L'Ue ha offerto alla Tunisia più di 1 miliardo di euro con lo scopo di aiutare la nazione nordafricana a superare una crisi economica sempre più profonda che ha spinto migliaia di migranti ad attraversare il Mar Mediterraneo verso l'Italia”, si legge ([link removed]) sul Financial Times. L’incontro è stato duramente criticato dall’europarlamentare dei verdi, nonché membro del Libe (Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni), Tineke Stirk che ha evidenziato la mancanza del rispetto dei diritti umani in Tunisia:
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Nell’incontro, Von Der Leyen ha inoltre annunciato lo stanziamento di 105 milioni di euro in per sostenere la gestione delle frontiere della Tunisia. Tuttavia, come evidenzia la giornalista Eleonora Camilli, risulta difficile pensare che questo rallenterà le partenze se è lo stesso Saied ad alimentare una propaganda xenofoba nei confronti delle persone migranti nere subsahariane, sempre più vittime di aggressioni e attacchi.
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6. Ancora respingimenti nel Mediterraneo centrale
L'Ong Medici senza frontiere (Msf) ha denunciato l’ennesima intercettazione della cosiddetta Guardia Costiera libica ai danni di 50 persone migranti su una barca in difficoltà per poi riportale in Libia.
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“Le immagini dell'agenzia di stampa Reuters mostrano un gruppo di migranti in arrivo a Garaboli, nel nord-ovest della Libia”, si legge ([link removed]) su Info Migrants. Nonostante organizzazioni e Ong internazionali abbiano ripetutamente condannato la pratica dei respingimenti nel Mediterraneo e la collaborazione Ue e Italia con la Libia, entrambe “hanno fornito fondi e formazione alle autorità libiche” per sorvegliare e riportare le persone catturate nei centri di detenzione.
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