Gli effetti negativi del nuovo Decreto Cutro iniziano a emergere eliminando, di fatto, i diritti essenziali delle persone richiedenti asilo
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Il giro vite del nuovo decreto immigrazione: vulnerabili e senza diritti
Foto via Twitter/SOS Mediterranée ([link removed])
Gli effetti negativi del nuovo Decreto Cutro iniziano a emergere eliminando, di fatto, i diritti essenziali delle persone richiedenti asilo, tra esclusione dal sistema Sai e l’assenza di una protezione speciale adeguata. Nel frattempo, la sanatoria continua a essere un fallimento lasciando migliaia di lavoratori e lavoratrici migranti in un limbo.
1. Gli effetti devastanti del Decreto Cutro
Dalla recente approvazione del Decreto Cutro iniziano a emergere gli effetti controversi di una legge che mina gravemente i diritti delle persone migranti.
E’ il caso di Ismail, cittadino senegalese, beneficiario della legge 104, a cui, a causa delle torture subite in Libia, è stata diagnosticata una forma di disabilità ed è ora in carico ai servizi di salute mentale. “La protezione speciale non esiste più, impossibile rinnovare il suo permesso. Così la questura di Cuneo lo ha liquidato quando, insieme ai volontari della casa di accoglienza della comunità Papa Giovani XXIII che lo ospitano in un centro della provincia, si è presentato alla scadenza del permesso che gli era stato riconosciuto due anni fa”, riporta ([link removed]) la giornalista Alessandra Ziniti su Repubblica. Una simile sorte può riguardare anche le persone migranti che, proprio grazie alla protezione speciale, già lavorano in Italia, rischiando di diventare irregolari, come spiega
([link removed]) il sindacalista Usb Patrick Kondé su Cremona Oggi.
Infine, “il Decreto Cutro toglie la possibilità di accedere a questo sistema [Sai - Sistema di Accoglienza e Integrazione] a tutti i richiedenti asilo[...]. Da una parte, si parla della necessità di integrazione ma, nella prassi, la neghiamo ai richiedenti asilo per non dare l’impressione che il richiedente sia già con un piede dentro e che abbia la prospettiva di ricevere un permesso di soggiorno”, afferma ([link removed]) Christopher Hein, professore di Diritto e Politiche di Immigrazione e asilo dell’Università Luiss di Roma, su MicroMega.
2. A tre anni dalla Sanatoria, la regolarizzazione continua a essere un flop
Sono ormai passati tre anni dall’emanazione della grande regolarizzazione che avrebbe dovuto garantire l’emersione di lavoratori e lavoratrici migranti. Tuttavia, la messa in regola di questi ultimi continua a essere in stallo.
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Come viene spiegato nel nuovo dossier ([link removed]) della campagna Ero Straniero, sui permessi di soggiorno fisicamente rilasciati dalle questure: “sono 65.166 su 207.000 domande presentate, appena il 31,5% del totale. Altro dato su base nazionale in nostro possesso è relativo alle domande rigettate che al 10 maggio sono 30.535, il 14,75% del totale di quelle ricevute”. E ancora, “a Milano, al 19 aprile, delle 26.225 domande presentate, ne risultano finalizzate poco più della metà. A Roma, secondo i dati forniti dalla stessa prefettura, su 17.371 domande presentate, al 6 aprile 2023 risultano essere state finalizzate il 52% delle domande ricevute. Ma, se confrontiamo questi dati con la situazione al 31 dicembre 2022, [...] in quattro mesi gli uffici della prefettura di Roma hanno portato a termine 88 pratiche, un dato allarmante che denota un vero e proprio stallo a scapito delle migliaia di persone che ancora attendono la definizione della
procedura”.
3. La Grecia respinge e abbandona migranti in mare
In un nuovo reportage ([link removed]) , il New York Times denuncia i respingimenti illegali a opera della Grecia.
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“Le prove video mostrano richiedenti asilo, tra cui bambini piccoli, che vengono radunati, portati in mare e abbandonati su una zattera dalla guardia costiera greca”, scrivono le reporter Matina Stevis-Gridneff, Sarah Kerr, Kassie Bracken e Nimet Kirac. Nonostante il governo abbia costantemente negato di respingere migranti, sono state documentate gravi violazioni delle leggi internazionali e delle norme dell'Ue che disciplinano il trattamento dei richiedenti asilo. “Nelle interviste presso la struttura di detenzione di Izmir (Turchia), tutte le persone migranti hanno raccontato di essere state spinte su una zattera di salvataggio gonfiabile nera e portate alla deriva”, scrivono le reporter.
Quando sono state intervistate, le donne somale e alcuni dei minori più grandi [tutti respinti dalla Grecia] hanno descritto la struttura turca come una prigione e hanno affermato di non poter sopportare di rimanere più a lungo. “Ho problemi di cuore e colesterolo alto. Non posso continuare a sopportare le condizioni all'interno di questa prigione” ha affermato una donna intervistata dalle reporter.
4. Migranti abbandonati nel Sahara
Non solo Mediterraneo, migranti e rifugiati vengono respinti e abbandonati nel deserto del Sahara, tra il Niger e la Libia.
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“Ad Assamaka, un piccolo villaggio nel Nord del Niger non lontano dal confine con l’Algeria, si sta consumando da mesi una crisi umanitaria, con migliaia di migranti respinti da Algeri e abbandonati nel deserto senza accesso a cure mediche, protezione, riparo o beni di prima necessità [...]”, riporta ([link removed]) la giornalista Manuela Valsecchi su Altreconomia. Come spiega il Border Forensics in un nuovo rapporto ([link removed]) , anche in questo caso l’esternalizzazione delle frontiere è supportata dall’Unione Europea (Ue): “sono state istituite nuove forme di controllo delle frontiere, con il sostegno finanziario e tecnico delle istituzioni dell'Ue e degli Stati membri che cercano di arginare la migrazione attraverso il Sahara. Negli anni [...] nel nord del Niger sono stati registrati migliaia di decessi e sparizioni di
migranti”.
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Infine, “gli attori europei giocano quindi un ruolo importante. Il Fondo fiduciario di emergenza dell'Ue per l'Africa ha fornito circa 300 milioni di euro al Niger. Tutti gli attori che operano in Niger ritengono che la missione di fermare i flussi migratori sia stata parzialmente compiuta. Questo è falso, la politica ha semplicemente costretto i migranti a prendere strade sempre più lontane e pericolose”, afferma ([link removed]) Rhoumour Ahmet Tchilouta, membro di Border Forensics e dottorando dell’Università di Grenoble.
5. La denuncia di Msf: le politiche dell’Ue sono mortali per i migranti
In tutta Europa, Medici Senza Frontiere (Msf) continua a raccogliere le testimonianze ([link removed]) di persone migranti che vengono lasciate annegare in mare, intercettate e respinte alle frontiere.
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“Dai piani d'azione per il Mediterraneo centrale e i Balcani occidentali, al patto di migrazione, nonché il finanziamento e l'esternalizzazione di pratiche di frontiera dannose ad altri paesi, come la Libia, l'Ue sta erodendo attivamente il sistema di asilo e non riesce a fornire una protezione significativa alle persone che la cercano. Gli Stati Membri dell'Ue, compresa l'Italia, stanno facendo di tutto per rafforzare i controlli alle frontiere e impedire le partenze, criminalizzando al contempo le operazioni di ricerca e soccorso [...]” riporta Msf. Infatti, oltre alle morti in mare e ai violenti respingimenti, Msf ha raccolto notizie inerenti a minori rinchiusi in container a cui sono stati lanciati gas lacrimogeni in Ungheria prima di essere respinti verso la Serbia.
Nel 2022, sottolinea Msf, circa 23.600 persone sono state intercettate dalla cosiddetta guardia costiera libica, finanziata dall'Ue, e rimpatriate con la forza in Libia. In questo Paese, secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, i migranti corrono il rischio costante di essere detenuti arbitrariamente e sottoposti a crimini contro l'umanità ([link removed]) .
6. Nuovi mandati d’arresto per i crimini in Libia
Ad oggi, sono stati emessi quattro mandati di arresto e altri due sono in fase di richiesta, ha affermato il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan, sottolineando che questo è un passaggio chiave per il riconoscimento dei diritti delle vittime.
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“Gli indagati provengono sia da forze affiliate al governo di Tripoli che da milizie legate al generale Haftar, che controlla la Cirenaica fino al confine meridionale con il Sudan”, riporta ([link removed]) il giornalista Nello Scavo su Avvenire. E ancora “i crimini contro i migranti continuano a essere diffusi e numerosi in Libia [...]. Già dal settembre 2022 l‘ufficio del procuratore si era unito a una squadra congiunta che indaga sui principali sospetti responsabili di crimini contro i migranti, tra cui la tratta di esseri umani, il contrabbando di esseri umani, la riduzione in schiavitù, la tortura e l'estorsione”, scrive Scavo.
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