L’Europa delle porte chiuse viola i diritti dei migranti
Foto via Twitter/Sea Watch International
Mentre Francia e Italia sfiorano una crisi diplomatica a discapito della salvaguardia dei diritti delle persone migranti, il numero di morti nel Mediterraneo è in aumento, raggiungendo una cifra che va oltre il migliaio.
1. Le tensioni tra Francia e Italia sulla pelle dei migranti
La Francia, sulla frontiera di Ventimiglia, sta respingendo i minori non accompagnati. Così denuncia il responsabile della clinica mobile di Medici Senza Frontiere (Msf) Sergio Di Dato.
“Le autorità francesi” spiega Di Dato, "non sono più in grado di assorbire i minori non accompagnati nel loro sistema di accoglienza e quindi hanno iniziato a rimandarli in Italia, cosa che non dovrebbero fare secondo le normative vigenti. Sono obbligati a prendersi cura di loro”. Dalle testimonianze raccolte dai medici di Msf emerge la totale assenza di assistenza da parte delle autorità di frontiera: “alcuni ci hanno raccontato che sono rimasti senza acqua per diverse ore. È capitato anche che ragazze giovani siano state lasciate sole in container con diversi uomini”.
Nel frattempo sale la tensione tra Italia e Francia: nonostante i respingimenti sistematici giornalieri, il Ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha definito le politiche del governo italiano come disumane, criticando l’operato della presidente Giorgia Meloni, riportano i giornalisti Davide Basso e Federica Pascale su Euractiv. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto definendo le affermazioni di Darmanin "un insulto gratuito e volgare a un paese amico e alleato".
2. Il nuovo capo di Frontex vuole “cambiare rotta”
“L'Europa sta affrontando un aumento degli arrivi di migranti - ma l'agenzia per le frontiere dell'Ue non volterà più le spalle alle violazioni dei diritti umani lungo i suoi confini”. Questo è il messaggio di Hans Leijtens, il nuovo capo dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, nota anche come Frontex, riporta il giornalista Jacopo Barigazzi su Politico.
Durante la crisi migratoria del 2015 e 2016, i paesi dell'Ue hanno deciso di espandere Frontex per rafforzare le frontiere esterne del blocco. Di conseguenza, l'agenzia di frontiera con sede a Varsavia è ora diventata l'agenzia Ue in più rapida crescita. L'organizzazione si espanderà fino a un massimo di 11.000 dipendenti, "il che è enorme", ha sottolineato Leijtens. "Il nostro budget è cresciuto fino a raggiungere il miliardo di euro".
Tuttavia, l’Olaf (l’Ufficio antifrode dell’Ue) continua a indagare sugli illeciti commessi da Frontex: “un rapporto dell'Olaf dello scorso ottobre ha rilevato che diversi funzionari di Frontex si sono comportati male coprendo i respingimenti illegali di migranti”.
3. Minori bloccati in Sudan: il Regno Unito non apre ai canali legali
Mentre procede la brutalità distruttiva del conflitto in Sudan, le famiglie che vivono nello stesso non riescono a lasciare il Paese, anche se hanno legami in Europa.
"Da quando è scoppiata la crisi in Sudan è diventato impossibile richiedere un visto", afferma Nick Beales, Head of Campaigning dell'ente di beneficenza britannico Ramfel (Forum per rifugiati e migranti di Essex e Londra), intervistato da Info Migrants. Alcuni dei minori hanno appena 14 anni, dice Beales. "Abbiamo ragazze adolescenti non accompagnate[...]. Ovviamente come minore non accompagnato, che spesso vive senza documenti in Sudan, sei a grande rischio di sfruttamento, violenza sessuale, tratta, schiavitù. E questo avveniva prima che scoppiasse l'ultimo conflitto. Ora stiamo parlando del pericolo [...] in cui si trovano questi bambini. Hanno tutti legami nel Regno Unito e il governo [..] non ha fatto nulla per facilitare il loro [ingresso] sicuro nel Regno Unito".
Nel frattempo, 175 organizzazioni della società civile britannica hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui condannano il nuovo disegno di legge sull'immigrazione - in quanto, affermano le organizzazioni, viola sia la Convenzione delle Nazioni Unite sui Rifugiati e la Convenzione Europea sui Diritti Umani - e chiedono a tutti i parlamentari di respingerlo.
4. Oltre 1000 morti nel Mediterraneo
La rotta migratoria più pericolosa del mondo sta diventando sempre più mortale, riporta il giornalista David MacRedmond sul Journal.
“I primi tre mesi del 2023 hanno visto 441 persone morire nel tentativo di raggiungere l'Europa in barca, il numero più alto di migranti morti nel Mediterraneo centrale dal 2017, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite (Oim)”. Il numero totale di persone dichiarate morte o disperse nel Mediterraneo quest'anno è ora di 1053: “questo è il terzo anno consecutivo che vediamo aumentare il numero di persone che arrivano in Italia via mare. Ci sono una serie di fattori che spiegano l'aumento. [...] Tra questi, il peggioramento della situazione civile ed economica in Tunisia, da dove quest'anno sono partite quasi 20.000 persone, oltre alle condizioni meteorologiche invernali più miti del solito”, ha affermato Shabia Mantoo, portavoce Unhcr.
Tuttavia, prosegue l’esternalizzaizone delle frontiere tramite gli accordi tra Ue e Libia o Ue e Tunisia per impedire le partenze, a discapito dei diritti delle persone migranti: “Msf non considera la Tunisia un luogo sicuro perché non esiste un sistema di asilo adeguato, quindi non esiste un sistema chiaro su come le persone possano richiedere protezione”, ha affermato Caroline Willemen, coordinatrice del progetto di ricerca e soccorso di Msf.
5. Le discriminazioni subite dalle persone migranti LGBTQ+
Il 45% dei paesi elencati come "paesi sicuri" nell'International Protection Act di Malta criminalizza le identità e il comportamento delle LGBTIQ+, rivela il rapporto Asylum Database (Aida).
“La legge maltese sull'asilo contiene un elenco di paesi che il Ministro dell'Interno ha designato come "sicuri", un elenco che include tutti gli Stati membri dell'Ue, gli Stati Uniti d'America e altri paesi occidentali, ma anche paesi con leggi repressive anti-LGBT come Egitto, Marocco, Senegal, Bangladesh e Algeria”, riporta il giornalista James Debono su Malta Today. Tuttavia, le persone richiedenti asilo provenienti da questi paesi “sicuri” non hanno accesso a una procedura di asilo completa e corretta, ma sono indirizzati alla procedura accelerata applicabile ai casi in cui la loro domanda di asilo viene respinta in quanto “manifestamente infondata”.
“Diverse Ong affermano che, una volta trattate attraverso la procedura accelerata, le richieste di asilo vengono respinte quasi automaticamente sulla base del fatto che le persone richiedenti provengono da un paese che il Ministro degli Interni ha ritenuto di definire “sicuro”, scrive Debono.
6. I rimpatri sistematici non fermano le migrazioni
I governi europei sono sempre più focalizzati sulla detenzione dei migranti e sul loro rimpatrio nei loro paesi d'origine. Ma Picum (la Piattaforma dedicata alle persone migranti prive di documenti), Ong con sede a Bruxelles, intervistata da Info Migrants, afferma che si tratta di misure illegali che non scoraggeranno i richiedenti asilo.
Le misure adottate sono in linea con l'obiettivo generale dell'Ue di disporre di un sistema efficiente che consenta di rimandare un maggior numero di migranti nei loro paesi di origine e che abbia lo scopo di dissuadere le persone dal venire in Europa. Tuttavia, secondo Marta Gionco, advocacy officer di Picum, non ci sono prove a sostegno dell'affermazione che il rimpatrio di più migranti nei loro paesi d'origine scoraggerà altri dal tentare viaggi irregolari. Infattin, "le persone sono molto consapevoli dei rischi che potrebbero affrontare venendo in Europa e decidono comunque di farlo, per molte ragioni", ha affermato Gionco.
Mentre l'Ue è "fissata sui rimpatri", secondo Gionco, sarebbe necessario un cambiamento radicale di approccio: “Penso che la soluzione sia concentrarsi su queste buone misure [di accoglienza e di implementazione di alloggi] piuttosto che arrendersi o cedere a questa narrativa di estrema destra basata sulla limitazione dell'accesso al territorio, sulla paura e sulla stigmatizzazione".
Il team di Open Migration
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