Nonostante le promesse di cambiarlo, il 2 febbraio scorso il Memorandum di Intesa con la Libia si è rinnovato così come è. L'Italia continuerà a fornire materiale e ad addestrare la così detta Guardia costiera libica e a consentire che i migranti intercettati da questa vengano respinti verso il paese nord africano.
1. Memorandum Italia-Libia, nessuna modifica
Quando nel novembre scorso il governo italiano aveva rinnovato l'accordo con la Libia, aveva rassicurato l'opinione pubblica che avrebbe negoziato sostanziali modifiche del testo in modo da tutelare i diritti umani dei migranti e dei rifugiati trattenuti in Libia.
Al momento dell'effettivo rinnovo - lo scorso 2 febbraio - di tali modifiche non vi era traccia.
A nulla sono valsi gli appelli di politici e società civile - qui quello dell'europarlamentare Pietro Bartalo.
Secondo Amnesty, "nei primi tre anni dalla firma dell’accordo almeno 40.000 persone, tra cui migliaia di minori, sono state intercettate in mare, riportate in Libia e sottoposte a sofferenze inimmaginabili. Solo nel primo mese del 2020, sono state intercettate 947 persone".
Su tutti loro incombe il rischio concreto di violenze e privazione, mentre la situazione sul campo si fa sempre più tesa tanto che persino l'Unhcr ha sospeso le attività del proprio Centro di raccolta e partenza di Tripoli.
2. Il Consiglio d'Europa invita l'Italia a sospendere la cooperazione con Guardia costiera libica
"Invito il Governo italiano a sospendere le attività di cooperazione in atto con la Guardia Costiera libica che hanno un impatto sul ritorno in Libia delle persone intercettate in mare", sono le parole di Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa.
La commissaria bosniaca - tramite nota - ha criticato fortemente il rinnovo del memorandum tra Roma e Tripoli, entrato in vigore lo scorso 2 febbraio febbraio. "Mi rammarico fortemente del fatto che le autorità italiane non abbiano deciso di stracciare l'accordo o, perlomeno, di rivederne i termini", ha scritto Mijatović.
Anche se tardiva, arriva la risposta del Governo italiano. A distanza di 24 ore dal rinnovo dell'accordo, l'esecutivo assicura - per bocca del Ministro degli esteri Di Maio - di aver proposto a Tripoli una serie di emendamenti che vanno nella direzione di garantire i diritti di migranti e rifugiati.
3. La nave Open Arms raggiunge il porto di Pozzallo
363 migranti salvati dalla nave "Open Arms" tra lunedì e giovedì della scorsa settimana sono finalmente sbarcati a Pozzallo durante la giornata di domenica. In precedenza altri due migranti erano stati fatti scendere per ragioni mediche.
La situazione a bordo si era fatta drammatica man mano che con il passare dei giorni avevano iniziato a prevalere stanchezza e scarsità di viveri.
Uno sguardo di come si viva sulla nave ce lo da Davide Orcese, medico volontario, imbarcato in questi giorni sulla Open Arms.
4. Caso Open Arms: una nuova denuncia per Salvini
Il Tribunale dei ministri di Palermo chiede al Senato l'autorizzazione a processare Matteo Salvini: il leader leghista è accusato ancora una volta di sequestro di persona, per avere negato quest'estate - quando ricopriva ancora il ruolo di ministro dell'Interno - per più di due settimane lo sbarco a 134 migranti a bordo della nave della ong spagnola Proactiva Open Arms.
Come ricorda Fanpage, non è la prima volta che l'Aula è chiamata a giudicare il Senatore leghista: il prossimo 12 febbraio dovrà decidere sul caso Gregoretti.
Intanto il Tribunale Civile di Palermo ha integralmente accolto il ricorso presentato dalla compagnia armatrice di Mediterranea Saving Humans: la nave Mare Jonio è stata dissequestrata.
5. La Grecia costruirà una barriera anti migranti galleggiante
La Grecia costruirà una barriera galleggiante di circa 3km di fronte all'isola di Lesbo per bloccare l'arrivo via mare di migranti dalla Turchia.
A riportare la notizia è il Guardian, secondo cui la barriera sarà di rete, si estenderà per 2,7 km e sarà eretta al largo di Lesbo. L'opera poggerà su piloni e raggiungerà l'altezza di 50 metri dalla superficie dell'acqua, mentre luci lampeggianti delimiteranno i confini marittimi.
Secondo Amnesty: “Questa proposta evidenzia una preoccupante escalation dei tentativi in atto da parte del governo di Atene di rendere ancora più difficile per i richiedenti asilo e i rifugiati arrivare sul territorio greco e renderà ancora più pericoloso il viaggio di coloro che cercano la salvezza disperatamente".
7. Se la propaganda associa il Corona Virus ai migranti in arrivo dall'Africa
Sfruttare l'isteria per un nuova (e potenzialmente) pericolosa malattia collegandola ai migranti in arrivo dall'Africa: un'occasione troppo ghiotta a cui purtroppo in molti non si sono sottratti.
In questo Fact checking, Pagella Politica ci spiega perché, ad oggi, non ha alcun fondamento l’associazione tra migranti che arrivano in Italia via mare dall’Africa e il nuovo coronavirus: "un collegamento portato avanti anche da siti di estrema destra che diffondono notizie false. Associare ingiustamente gli sbarchi e il diffondersi di malattie – cosa fatta ancora nel recente passato da Forza Nuova a proposito della meningite – veicola un messaggio dal sottotesto razzista".
Come ci raccontava Claudia Torrisi, purtroppo, quello dello "straniero untore" resta un mito ricorrente.
8. Se l'accoglienza diventa profit
"Ad aggiudicarsi la gara europea bandita dalla Prefettura di Nuoro e dal Ministero dell'Interno, Ors Italia, società legata a un fondo di private equity controllato dalla londinese Esquitone Partners, che gestisce oltre 10mila profughi e rifugiati tra Svizzera, Austra e Germania. A lungo al centro di dispute, sul sito di Macomer le autorità locali avevano a suo tempo chiesto un chiarimento all’allora Ministro Salvini. Risposta? Mai pervenuta. Il problema, per lui, erano e sono le coop e i “famosi 35 euro”. Nel frattempo, il sistema dell’accoglienza arranca e quel poco che resiste, resiste grazie al mondo cooperativo e al Terzo settore. Sul resto, il profit ha già messo abbondantemente le mani". Su Vita Marco Dotti ci spiega come.
9. Da Salvini a Lamorgese, un'analisi degli sbarchi
Gli sbarchi sono aumentati nel dopo Salvini? Il numero di morti in mare è diminuito? La gestione Lamorgese in cosa si è differenziata? Più sbarchi e meno morti in mare e soprattutto soluzioni più rapide sembrano suggerire i dati. Una risposta però non è possibile senza considerare il quadro più ampio che influenza i flussi migratori. Lo fa egregiamente Annalisa Girardi intervistando Matteo Villa per Fanpage.
Per gli amanti di dati e infografiche vi invitiamo a dare un occhiata anche alla nostra pagina.
10. Se gli aiuti umanitari vanno ai respingimenti
“A tre anni dall’Accordo Italia-Libia sul contenimento dei flussi migratori e dal summit Ue della Valletta, gli aiuti europei per lo sviluppo dei Paesi africani vengono spesi sempre più per chiudere le frontiere, soffocare la migrazione e favorire i rimpatri dei migranti in Africa. Nel caso della Libia, in particolare, si è trattato di risorse usate per la Guardia costiera, che si è rivelata complice dei trafficanti di esseri umani lungo la rotta del Mediterraneo centrale e ha operato in mare per riportare, in tre anni, circa 40 mila uomini, donne e bambini innocenti verso i ‘lager libici’, dove sono quotidianamente esposti a torture e abusi indicibili”. È la denuncia diffusa la scorsa settimana da Oxfam nel nuovo rapporto “Il Trust Fund Ue per l’Africa intrappolato tra difesa delle frontiere e politiche di aiuto”.
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