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In fuga dall'Afghanistan, respinti dall'Europa

Guerra, attentati, povertà e zero prospettive sembrano non bastare a giustificare una richiesta di asilo in Europa, così circa la metà delle richieste di protezione presentate negli ultimi anni da cittadini afgani (che costituiscono la più numerosa comunità di migranti dell’Asia e la seconda al mondo) vengono respinte. Ilaria Romano è stata a Kabul e ci racconta da cosa si scappa e quali possibilità ci sono in una città che resiste alla violenza da quaranta anni

In Afghanistan eravamo già stati a settembre per raccontarvi dei tanti profughi che dagli anni ‘70 hanno cercato rifugio in Pakistan. Utilizzati per esercitare pressioni politiche su Kabul, la loro situazione negli ultimi anni è diventata critica e minacce e violenze per costringerli al ritorno nel loro paese sono all'ordine del giorno. Una strategia che ha funzionato, come ci raccontava Giuliano Battiston: migliaia sono i rifugiati tornati nel loro paese dove all’assenza di casa e lavoro fa da contraltare la presenza della guerra.

Infine la rassegna-web di questa settimana: Se l'Italia chiude l'unico accesso legale per i migranti. Un naufragio al largo della Libia che fa oltre 150 morti, la nave Gregoretti della Guardia costiera ferma al porto di Augusta con oltre 100 migranti a bordo, il decreto flussi che non risponde alle esigenze dei territori. Questo e molto altro nella nostra rassegna settimanale su rifugiati e richiedenti asilo.

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Oltre due milioni e centomila persone hanno lasciato l'Afghanistan, la più numerosa comunità di migranti dell’Asia e la seconda al mondo. In fuga da guerra, violenza e povertà, il numero di afgani che decide di abbandonare il paese non accenna a diminuire, ma anzi è aumentato nel 2018 del 12%. Eppure la loro situazione è spesso sottovalutata e circa la metà delle persone si sono viste respingere la richiesta di asilo in Europa. Ilaria Romano è stata a Kabul e ci racconta da cosa scappano e quali possibilità ci sono per loro in una città in guerra da 40 anni.
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Fin dagli anni ‘70 gli afghani fuggiti dal proprio paese hanno cercato rifugio in Pakistan. Tuttavia la loro situazione negli ultimi anni è diventata critica. Utilizzati per esercitare pressioni politiche su Kabul, subiscono continue pressione per far ritorno nel loro paese. A queste poi si sono aggiunte minacce e violenze crescenti. Una strategia che ha funzionato, come ci racconta Giuliano Battiston: migliaia sono i rifugiati tornati nel loro paese dove all’assenza di casa e lavoro fa da contraltare la presenza della guerra.
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Nonostante il clamore mediatico e la spettacolarizzazione dei porti chiusi, l’immigrazione in Italia è in calo da 10 anni. Secondo la Fondazione Moressa nel 2018 il nostro paese ha rilasciato solo 14 mila permessi di soggiorno per lavoro.
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